Il podcast del direttore
L’autonomia è una spinta per la rinascita e la crescita del sud: continuare a lamentarsi è poco dignitoso
Due le notizie principali su cui si concentrano i giornali. La prima è l’approvazione definitiva del provvedimento sull’autonomia differenziata (ma ci vorranno almeno due anni per avviare il percorso previsto dalla legge) La seconda, forse più importante, riguarda la procedura di infrazione per deficit avviata dall’Unione Europea nei confronti dell’Italia e di altri Paesi come Francia, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia. L’Italia ora è chiamata a fare una manovra di bilancio per correggere il bilancio in deficit di circa 10-12 miliardi.
Tornando all’autonomia, politici e opinionisti del Mezzogiorno stanno protestando contro questa legge. Tutta l’opposizione unita, compresi, ahimè, i riformisti, pensano di proporre un referendum. E mi chiedo perché? Questa legge è semplicemente l’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della famosa Costituzione più bella del mondo che prevede la possibilità per le regioni a statuto ordinario di ottenere ulteriori forme e condizioni di autonomia tramite una legge ordinaria.
Tutti si stracciano le vesti quando si accenna a modifiche costituzionali ma in questo caso si dà semplicemente attuazione alla Costituzione. Il processo di attuazione prevede che ci siano intese tra Stato e regioni dove andranno determinati i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, che devono essere garantiti dallo Stato in tutte le regioni per evitare squilibri nei servizi offerti ai cittadini. Lep che saranno definiti da decreti legislativi da emanare entro 24 mesi dall’entrata in vigore della legge.
Lo stato dell’arte oggi
Questo è il quadro della situazione, non quello che vi viene descritto da tutti quelli che urlano e protestano. Il problema, dicono i detrattori di questa legge, è che il sud arretri, accumuli ritardi rispetto al nord a causa di questa legge. Ma oggi qual è lo stato dell’arte? La sanità, i trasporti, le infrastrutture, i servizi pubblici, la pubblica amministrazione, funzionano meglio al sud o al nord?
L’opportunità di autogovernarsi
E’ da qui che bisogna partire. La verità è che al sud si vive molto peggio che al nord al netto di tutte le chiacchiere romantiche sulla bellezza dei luoghi. Il Mezzogiorno, a mio avviso, dovrebbe accogliere la sfida di utilizzare l’autonomia per darsi da fare, per far crescere una classe dirigente degna di questo nome, per fare un salto di qualità nella gestione del territorio e nell’efficenza della macchina pubblica. In sostanza cogliere l’occasione dell’autonomia differenziata non per lamentarsi, protestare e ribellarsi ma per autogovernarsi. E’ una possibilità che c’è, lo dicono persino i dati che vedono un sud in crescita più del resto del Paese.
Bisogna fare leva su questo invece di diseducare i cittadini suscitando inutili proteste. I politici dovrebbero guidare un moto di rinascita e di crescita civile del Mezzogiorno utilizzando questa legge. Tutto questo lo dico da meridionale, sdegnato per il coro di lamentazioni subalterne e poco dignitose di politici, intellettuali, opinionisti, giornalisti, tutta gente del sud abituata a tendere la mano per elemosinare risorse anziché fare leva sulle proprie forze. Ci vuole dunque uno scatto di dignità e non proteste insensate contro questa legge.
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