Doveva essere l’outsider nella sfida tra gli ex alleati Emma Bonino e Carlo Calenda, alla fine domenica notte è stata lei a festeggiare. Lavinia Mennuni è stata scelta dagli elettori capitolini del collegio Roma Centro del Senato come loro rappresentante in Parlamento: una vittoria per l’esponente di Fratelli d’Italia arrivata contro i favoriti della vigilia, la storica leader radicale ed esponente di +Europa Emma Bonino, che non è rientrata in Parlamento, e il fondatore di Azione e frontrunner del Terzo Polo Carlo Calenda.

I numeri infatti parlano chiaro: nel collegio uninominale l’esponente di FdI ha ottenuto il 36 per cento dei voti, contro il 33% della Bonino e il 14% di Calenda. Quest’ultimo a Roma si era candidato a sindaco soltanto lo scorso ottobre 2021, riuscendo a superare la prima cittadina uscente Virginia Raggi ma non raggiungendo il ballottaggio poi vinto da Roberto Gualtieri su Enrico Michetti.

Nata nel Regno Unito, a Southampton, nel 1976, Mennuni fa politica dal 1997: l’esordio è da consigliera nel Municipio II a Roma per Alleanza Nazionale, viene confermata nel 2001 e viene scelta come assessore ai lavori pubblici e urbanistica. Cinque anni dopo, eletta per la terza volta al Municipio Roma II, è stata la più votata ed ha ottenuto l’incarico di capogruppo di An. Quindi nel 2008 è delegata del sindaco Gianni Alemanno per i rapporti con il mondo cattolico, per le pari opportunità, e di presidente della commissione Patrimonio di Roma Capitale.

Proprio il rapporto col mondo cattolico è un punto chiave della carriera politica di Mennuni, avvocato e madre di tre figli. Le sue teorie, opposte a quelle di Emma Bonino, sono state esplicitate alla vigilia del voto in alcune dichiarazioni rilasciate a Pro Vita e Famiglia.

Noi riteniamo la famiglia sia quella formata da una mamma e da un papà. Questo è ciò che consente uno sviluppo sereno del bambino”, ha dichiarato a Pro Vita il 9 settembre 2022. Quindi l’altra battaglia sui ‘valori’ cara a Fratelli d’Italia, quella contro la ribattezzata “teoria gender”, diventata un cavallo di battaglia per la destra ultraconservatrice a livello globale: “Non ho mai condiviso il fatto che, come accaduto più volte in amministrazioni comunali come Roma, a bambini, spesso molto piccoli si debbano inculcare messaggi molto difficili da comprendere a quell’età”, le parole sempre di Mennuni nella stessa intervista. Infine, gli altri due temi forti per la destra ultraconservatrice, aborto e fine vita: “Noi siamo per la tutela della vita dal concepimento alla morte naturale“.

Nel 2009 Mennuni fu tra le promotrici della Marcia della vita nella capitale e proprio per una protesta “pro vita” venne allontanata nel marzo di quest’anno dall’aula del consiglio comunale di Roma: in occasione dell’8 marzo la prossima senatrice della Repubblica imbracciò uno striscione con scritto “Potere alle donne. Facciamole nascere”, in riferimento all’aborto.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia