“Dopo aver messo fine al Terzo polo ora distrugge anche Azione”. La battuta di Matteo Renzi è per Carlo Calenda, ma potrebbe valere lo stesso a parti invertite. Le due crisi di Italia Viva e di Azione procedono parallele verso la stessa fine, l’autodistruzione. Inevitabile epilogo di una vicenda politica segnata da due personalità diventate via via incompatibili con tutte le altre.

La fuga da Azione

Da Azione vengono via in quattro: il deputato Enrico Costa va in Forza Italia, Mara Carfagna, Maristella Gelmini e Giusy Versace si iscrivono al gruppo Misto. Calenda, amareggiato, parla malvolentieri e liquida la questione come una decisione affrettata: “Sono delle ingrate”. Chi esce da Azione lo fa con una motivazione precisa: “Non vogliamo entrare nel campo largo di Schlein e Conte”, dicono all’unisono Costa, Carfagna, Gelmini e Versace.

Italia Viva, in 200 via negli ultimi giorni

Se Atene piange, Sparta non ride. In Italia Viva il terremoto non stacca macigni troppo visibili ma muove una faglia importante. 200 dirigenti hanno detto addio a Renzi, negli ultimi giorni. Quindici presidenti provinciali. In Piemonte, per dirne una, sono cinque su otto. Il 50% degli iscritti a Trieste ha bruciato la tessera. L’80% tra i dirigenti. Si sono dimessi diversi eletti a Genova, a partire dall’assessore della giunta Bucci, Avvenente. Diverse decine i quadri locali di Iv che lasciano in Emilia-Romagna, in Lombardia, in Veneto. Cede perfino la provincia di Firenze, come quelle di Arezzo e di Siena. Si contano solo i dirigenti, anche locali, perché sugli iscritti il dato di quanti non hanno rinnovato. Certamente sono già oltre mille le preadesioni a Orizzonti Liberali.

Marattin raccoglierà una buona parte dei dissidenti. Forse non tutti: alcuni, scottati, rimangono in finestra. Vanno via senza ripensamenti per ragioni che spiegano punto per punto in un documento che Il Riformista.it ha pubblicato integralmente ieri. “Oltre alla cruciale questione metodologica (che lascia chiaramente trasparire la volontà di continuare a considerare la comunità politica alla stregua di una proprietà privata), siamo anche contrari nel merito alla scelta di aderire al centrosinistra”. La posizione dei militanti e degli elettori di Azione e IV è pressoché identica. E tutto lascia presagire che potrebbero finire per andare nella stessa direzione.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.