Un post che ha provocato reazioni fortissime, tanto da costringere l’autore, il professore universitario Alessandro Campi, a chiedere scusa e ad annunciare l’intenzione di abbandonare almeno momentaneamente i social network. Campi, spesso ospite dei programmi tv di approfondimento politico, domenica aveva scritto su Facebook parole sconcertanti: “”Chiedo alla mafia, alla ‘ndrangheta, alla Sacra corona unita e alla camorra – ha scritto il docente dell’università di Perugia – di imporre, nei vasti territori da loro controllati, la quarantena domiciliare obbligatoria a tutti i loro corregionali improvvidamente rientrati a casa dai loro domicili al Nord rientranti nella zona rossa. Nel caso esse non riescano, con le proprie forze, a garantire il rispetto di questa elementare norma di prudenza, riterrei ragionevole da parte loro chiedere la collaborazione delle autorità pubbliche dello Stato italiano. In questo momento tutte le istituzioni debbono collaborare”.
Diventato virale per i motivi sbagliati, ha costretto ad intervenire il rettore di Perugia Maurizio Oliviero, che al Corriere della Sera: ““Il mio ateneo si dissocia completamente dalle dichiarazioni del professor Alessandro Campi perché siamo al fianco esclusivamente delle Istituzioni democratiche di questo Paese che proprio in queste sono chiamate a scelte difficili. Sono veramente dispiaciuto perché proprio la nostra Università sta avviando dei corsi di legislazione antimafia, in collaborazione con Libera di Don Ciotti, proprio perché crediamo prioritaria la lotta a tutte le mafie: è e deve essere un pilastro della formazione universitaria, civica e culturale dei nostri studenti. Non condividiamo proprio nulla dei contenuti di quel post su Facebook. Men che meno l’equiparazione delle mafie allo Stato. Per questo motivo ho chiesto spiegazioni al docente e spero che presto si scusi pubblicamente”.
Attaccato da destra a sinistra, anche dal presidente di Libera don Ciotti, Campi ha dovuto fare marcia indietro e chiedere scusa: “Quando scrivi un post pensando che sia paradossale, provocatorio, ironico e iperbolico, salvo scoprire che c’è chi lo prende seriamente e alla lettera, la colpa non è mai degli altri che non capiscono ma di te che lo hai scritto evidentemente male. Non è questo tempo di paradossi grotteschi: la situazione è seria e le parole vanno ponderate». Inizia così un post di scuse, pubblicato oggi pomeriggio, dal professor Campi che tra l’altro scrive: «Non ho dunque alcun problema a scusarmi pubblicamente per quanto ho scritto. Ieri, viste alcune reazioni indignate (affiancate peraltro da commenti che sembravano aver colto lo spirito parossistico di quelle poche righe), avevo prontamente cancellato il post. Ma le polemiche sono egualmente continuate. Da qui la decisione di esprimere pubblicamente il mio rammarico. Un simpatico utente mi ha suggerito la via più breve e diretta: “perché non ammette, caro professore, di aver scritto una cazzata? Bene, lo sto facendo! Essendo in buona fede e volendo dire cose ben diverse da quelle che alcuni mi hanno attribuito quest’ammissione non mi costa nulla sul piano personale”.
Quindi il professore ha annunciato il suo congedo da Facebook e dal web in generale: “Va da sé che questa ammissione (sincera) di scuse vale anche come mio temporaneo (ma temo definitivo) congedo da Facebook e dalla blogosfera. Se il prezzo da pagare per un post venuto male è lo scatenamento di una simile bagarre, credetemi, non ne vale la pena. Chi mi conosce sa che sono una persona a dir poco tranquilla e amante della discussione (aggiungerei perbene e seria). Un confronto aspro lo reggo. Come si vede, non ho timore a prendermi le mie responsabilità o a chiedere scusa se qualcuno si è sentito toccato da quel che ho scritto. Ma di un’altra polemica come questa, magari fra tre mesi o sei, e sempre per qualche parola di troppo o per un pensiero venuto male o mal compreso, francamente non sento alcun bisogno”.