«Lo Stato deve sospendere tutte le richieste di pagamento. Iva, F24, tutto: non possiamo spendere un euro; ogni adempimento ci metterebbe oggi in ginocchio». Il grido di aiuto di Marco Di Nicola, amministratore delegato di Progetti Ristorativi, azienda veneta che offre alta gastronomia per i ristoranti, è quello di chi vive nel cuore della zona rossa già da dieci giorni. «Abbiamo il 90% del lavoro in meno», dettaglia. La sua fotografia arriva dal comparto più solido, quello della trasformazione alimentare, nella zona fino a ieri più produttiva d’Italia. Confindustria Veneto, come quella della Lombardia, sperano si trovi modo di ripartire presto, combattute anche all’interno tra chi dice di chiudere tutto e chi auspica misure di contenimento non esiziali.

Le misure del governo appaiono ancora deboli e fumose, soprattutto agli occhi delle imprese. Certo, è un passo avanti quello fatto dal Consiglio dei ministri con l’approvazione della richiesta del Parlamento di uno scostamento del deficit per stanziare nuove risorse a fronte dell’emergenza Coronavirus. «Abbiamo deliberato lo stanziamento di una somma straordinaria: 25 miliardi, consapevoli delle difficoltà che il paese sta affrontando per questa emergenza», ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al termine del Cdm, dichiarandosi «lieto del clima che si sta definendo a livello europeo, c’è stata molta attenzione nella situazione italiana, nella consapevolezza che sarà un’emergenza che coinvolgerà tutta Europa. Ci sono state grande aperture sulle nostre richieste – ha concluso -. È necessaria una maggiore liquidità». Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha spiegato che il governo «sta lavorando al nuovo decreto che dovrebbe essere approvato venerdì, con uno stanziamento di nuove risorse, 12 miliardi». Risorse che serviranno a dare «pieno sostegno al sistema nazionale sanitario, alla protezione civile, sostegno al lavoro, nessuno perderà il lavoro per il Coronavirus, sostegno alla liquidità per famiglie e imprese, iniziative sulle scadenze fiscali».

Il decreto a sostegno per le imprese e le famiglie nell’ottica dell’emergenza coronavirus conterrà misure per 12 miliardi di euro, e sarà composto di 4 assi portanti: risorse per affrontare l’emergenza sul fronte sanitario; risorse a tutela del lavoro; garantire liquidità; misure per il fisco. Lo ha spiegato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri alla Camera, per la discussione sullo scostamento di bilancio per il coronavirus. Per quanto riguarda «le risorse per l’emergenza sul fronte sanitario, tutti i cittadini hanno diritto a essere assistiti e curati, sono stati già acquistati da Consip 5mila macchinari di ventilazione assistita». Le misure per il lavoro «hanno come obiettivo che nessuno perda il posto di lavoro per il coronavirus. Per questo potenzieremo le risorse per la cassa integrazione in deroga e il fondo di integrazione salariale per tutto il territorio e per tutte le imprese, un sostegno al reddito per lavoratori non coperti da cig, per gli autonomi, i lavoratori a tempo determinato, i genitori che lavorano e che si trovano in difficoltà per la chiusura delle scuole».

Sul fronte liquidità «eviteremo che sia compressa la solidità economica delle famiglie e delle imprese, con il potenziamento del fondo di garanzia per le Pmi e con il prolungamento garanzie. Renderemo più semplice la sospensione delle rate dei mutui sulla prima casa, grazie a parziali garanzie statali. Le imprese potranno beneficiare di aperture di credto già accordate. Ma auspichiamo anche risorse della Bce, oltre agli 1,7 miliardi di risorse aggiuntive da Cdp e Sace». Infine, per quanto riguarda le misure fiscali, il decreto prevede «il posticipo di una serie di scadenze, misure di sospensione dei versamenti tributari e contributivi anche in previsione di un futuro parziale ristoro». Misure straordinarie che vedono allineata Italia Viva.

«Concordiamo in pieno con l’intenzione del governo annunciata dal ministro Gualtieri di accelerare e sbloccare gli investimenti già programmati per fronteggiare l’emergenza economica conseguente all’epidemia da Coronavirus: si tratta esattamente della strategia suggerita da Italia Viva con il piano Shock», ha dichiarato Raffaella Paita, capogruppo di Italia Viva in Commissione Trasporti alla Camera. Il centrodestra torna a chiedere la “chiusura totale” delle attività in tutta Italia, tranne quelle che garantiscano la fornitura di beni di primo consumo, i servizi sanitari e la sicurezza. La richiesta al governo era stata formulata già ieri da Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani, nel corso dell’incontro con il premier. Con il presidente del Consiglio che aveva assicurato che avrebbe valutato, con “risolutezza e rigore”, ogni aggiornamento delle misure restrittive già in vigore.

Sotto la pressione della Regione più colpita, la Lombardia, dove anche il Pd è per la chiusura totale tranne che per i servizi essenziali, i tre leader del centrodestra rinnovano oggi la richiesta a Conte, mentre danno il via libera dei loro partiti al voto in Parlamento sulla relazione di scostamento di bilancio che garantirà di reperire le risorse in deficit. Su un altro fronte i partiti del centrodestra hanno invece sensibilità diverse: ovvero la richiesta della nomina di un super commissario all’emergenza. Soluzione caldeggiata da Fratelli d’Italia e Forza Italia, cui la Lega non sembra mostrare particolare interesse. E comunque già respinta al mittente dal premier.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.