Parla il presidente di Confesercenti
Le Procure frenano lo sviluppo del Sud, Confesercenti: “Migliaia di querele nel cassetto, economia bloccata”
Il divario fra Nord e Sud passa anche per la giustizia. Sappiamo che una giustizia efficiente può diventare fattore fondamentale per la competitività, in particolare delle imprese, ancor più nel Mezzogiorno. Ma la giustizia è l’unico settore nel quale una vera riforma si fa fatica ad attuarla. Troppo potere ai pm? Ne parliamo con Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania e Molise e Napoli, vicepresidente nazionale con delega al Mezzogiorno.
«Il divario passa anche per il tema giustizia. Abbiamo bisogno di avere un Mezzogiorno sicuro, in modo che abbia le stesse opportunità del Nord. Con questo non voglio intendere che al Settentrione non ci sia malavita o che la giustizia sia diversa, ma è evidente che i due territori viaggiano a velocità diverse. Dalle nostre parti le difficoltà sono più alte, c’è maggiore povertà e minori occasioni, il che porta i nostri giovani a essere “tentati” da altre strade. Tutto questo rallenta i processi di sviluppo del nostro territorio. C’è bisogno di azzerare la burocrazia, per esempio. Occorre sostenere le idee di chi fa impresa, accompagnandole e supportandole. Proprio le forze politiche dovrebbero garantire questo sostegno, insieme alla parte buona del nostro territorio. La giustizia deve varare cambiamenti fondamentali, in modo che sia veloce ed efficace. Chi non rispetta le regole dovrebbe subito essere fermato, a costoro dovrebbe essere impedito ogni forma di attività commerciale. E invece allo stato attuale questo non accade. Chi evade le tasse, chi viaggia in modo occulto sa bene che la giustizia è lenta e inefficace e quindi può agire in modo oscuro. È come se queste persone viaggiassero in un’autostrada a sei corsie a 200 all’ora a bordo di una Ferrari, ben sapendo che la giustizia può andare solo a 80 all’ora con una Cinquecento. La politica deve mettere insieme tutte le sue forze per rispondere alle lacune che nel Mezzogiorno pesano 2-3 volte in più rispetto a quanto incidono negativamente nel Nord Italia. Sull’efficienza aggiungo, inoltre, che ci sono alcuni uffici della magistratura, della Procura, che non danno risposte immediate agli imprenditori e questo scoraggia e allontana questi ultimi dal territorio. Abbiamo migliaia di esempi in cui la Procura non ha risposto per anni a esposti/querele per abusivismo e per soprusi della malavita sulle aziende. Questo rallenta ulteriormente l’economia. Pratiche relative a denunce che giacciono per anni sulle scrivanie perché – ci dicono- ce ne sono troppe, ma tutto questo è inaccettabile perché aumenta altresì la sfiducia degli imprenditori e la loro voglia di investire sul nostro territorio».
È tempo di campagna elettorale, di programmi e progetti. Cosa si aspetta da questi politici?
«Come Confesercenti ci aspettiamo che inizino sia ad ascoltare gli imprenditori che a rispondere ai loro fabbisogni. In questo momento avremmo bisogno di discutere del tema impellente del “caro energia” e di come riuscire ad aiutare le imprese. È ormai questa la parte più critica di fare impresa sul nostro territorio, avendo superato quello che – fino a pochi mesi fa – pensavamo fosse il grande male dell’economia in Italia, ovvero la burocrazia. Chiariamo: ci sono ancora mille impedimenti che rallentano l’impresa o che ne impediscono la nascita. E, del resto, la lenta burocrazia non è un problema che è stato risolto dal mondo politico. In primo piano, tuttavia, oggi c’è il caro energia, che sta mettendo in enorme difficoltà le nostre aziende. In Campania e al Sud molti imprenditori sono di fronte a due dilemmi: chiudere a dicembre o continuare a sopravvivere? Pagare i contributi ai lavoratori o le bollette dell’energia? In tutto questo non stiamo parlando di utile e guadagni. In ogni caso sarà chiuderà in rosso. Ai politici, dunque, chiediamo con forza di intervenire in modo tempestivo e concreto, tagliando in maniera importante questi costi. L’altra conseguenza del caro energia è, ovviamente, il rincaro dei prezzi per tutta la filiera dell’economia, consumatori compresi».
In Campania, in particolare, quali dovrebbero essere le priorità per lo sviluppo del territorio?
«La priorità assoluta è far crescere il mondo del turismo, il vero motore dell’economia della nostra regione. È la categoria che può dare una grande spallata in senso positivo, ma per fare questo c’è bisogno di intervenire su molti aspetti, dai trasporti alla sicurezza, dalla pulizia delle strade a servizi pubblici più efficienti. Bisogna anche tutelare e sublimare, nello stesso tempo, le altri grandi eccellenze del nostro Sud, dalla gastronomia all’artigianato, dall’Arte alla Moda e al commercio. Confesercenti inoltre tiene molto alla tutela dei suoi iscritti e delle professioni: un’altra urgenza è quella di debellare definitivamente l’abusivismo a 360°. Mi riferisco, ad esempio, a quello esistente nelle attività alberghiere, nel campo delle guide turistiche, dei taxi e dei Ncc. L’abusivo è una parte della malavita perché droga l’economia reale del nostro territorio».
Su quali criticità, dunque, bisognerebbe lavorare con più urgenza?
«Proprio su queste a cui facevo riferimento. Bisogna intervenire in maniera massiva sui trasporti, in modo che siano efficienti e sempre a disposizione del turista, seguendo le regole e le modalità delle grandi città europee, essendo Napoli a fortissima vocazione turistica come tante altre metropoli i cui visitatori viaggiano velocemente da un punto all’altro grazie all’efficacia del trasporti. Mi riferisco alla metropolitana, alla Circumvesuviana di Napoli ma anche al disastroso trasporto su gomma. È chiaro che dipende dagli investimenti, che urgono in questo senso, come ne occorrono per aumentare la sicurezza del territorio, con videosorveglianza e maggiore presenza delle forze dell’ordine, anche in virtù di accordi tra pubblico e privati. Il decoro dell’arredo urbano è poi fondamentale per attrarre turisti a visitare le nostre città ma anche per favorire, ad esempio, lo shopping».
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