A Winston Churchill viene attribuito il detto che “i Balcani hanno prodotto più storia di quanto possono digerire/consumare”. Quando ci si occupa della regione geografica dei Balcani, si tende a focalizzarsi sui conflitti, presenti e passati, sugli avvenimenti dolorosi o sulla loro storia intricata. Gli aspetti più positivi, vengono messi a lato – perché meno conosciuti, meno complicati e dunque meno sensazionalistisci o bisognosi di un dibattito serio.
In realtà, ci sarebbe maggior bisogno di articoli sugli aspetti positivi che diventano esperienze storiche, belle e ricche, di questa regione. In ogni stato, che sia la Croazia, la Bosnia ed Erzegovina, il Montenegro, la Macedonia del Nord, il Kosovo oppure la Serbia o anche l’Albania, si ritrovano di continuo dei reperti storici di un valore incommensurabile.
L’ultima di tali scoperte è molto recente. Ad agosto 2023, un gruppo di scienziati ha ritrovato un insediamento di palafitte risalente a 8000 anni fa, nel lago di Ohrid, fra l’Albania e la Macedonia del Nord. Sulla sponda albanese del lago, gli scavi hanno portato alla luce frammenti di legno fossilizzati e pregiati pezzi di quercia. Molte ipotesi circondano questo ritrovamento; una di quelle più interessanti è che le persone che hanno creato l’insediamento volessero proteggersi, come all’origine degli insediamenti nella laguna di Venezia, costruendo in una zona paludosa e lacustre.

Sempre ad agosto 2023 c’è stata un’altra scoperta importante, a livello storico, ma questa volta in Kosovo.
Un’équipe mista di esperti internazionali e locali, guidata dal professor Christophe J. Goddard, ha riportato alla luce durante gli scavi nel sito archeologico di Ulpiana
(situata a circa undici chilometri a sud-est di Pristina, Ulpiana è un insediamento romano-prebizantino) un’iscrizione monumentale dedicata all’imperatore bizantino. Tale iscrizione che dedica all’imperatore Giustiniano (527-565 d.C.) e a sua moglie Teodora una “Urbem Dardania”, che significa “città in Dardania”, è una delle pochissime in latino della coppia imperiale nel mondo tardo romano.
Nonostante il Kosovo sia un Paese giovane (e non solo in termini demografici), il suo territorio ha quindi una ricca storia. In epoca romana, Ulpiana era il centro politico, monetario e culturale.
Queste scoperte cambiano in parte anche la percezione della storia e perfino la politica; infatti, nazionalisti di vari gruppi etnici fanno un uso strumentale della storia per dimostrare il valore storico e a continuità del loro gruppo di riferimento al fine di mantenere un consenso politico. Pertanto determinate scoperte di una realtà storica diversa possono rivelarsi un ostacolo per loro.

La Serbia non fa eccezione alle ricchezze. Sempre ad agosto 2023, un gruppo di archeologi ha trovato un’antica imbarcazione di epoca romana a Viminacium, insediamento romano situation vicino a Kostolac, a 70 km ad est di Belgrado. Questa costituisce il secondo ritrovamento in quest’area, nell’arco di tre anni. L’ipotesi è che questa nave facesse parte di una flotta fluviale per servire la città romana. Viminacium, infatti, fungeva da capitale della provincia romana di Mesia Superiore.
Questi sono esempi concreti di come queste scoperte possano davvero cambiare l’interpretazione di parte della storia – o almeno, aiutarci a comprenderla meglio. Queste scoperte infatti ci fanno capire il passato intrinseco di questi Paesi.
Un altro esempio importante e concreto, anche se molto meno recente (la scoperta è avvenuta prima, l’apertura del sito al pubblico è cominciata nel 2016), è la scoperta dell‘antica Eane, che ha rivelato una nuova dimensione, finora sconosciuta, della storia della Macedonia.
Situata nell’attuale provincia di Kozani nella regione della Macedonia occidentale, Eane era un insediamento neolitico, rimasto in modo continuo dal V millennio al primo secolo a.C. Per gli esperti, questo sito archeologico dimostra l’esistenza di una città antica di rilievo, con una organizzazione socio-politica articolata e uno sviluppo culturale continuo, a partire dal periodo tardo arcaico fino al periodo classico (inizio V – IV sec. a.C.).
Si tratta di una testimonianza importante a favore della tesi secondo la quale nell’Alta Macedonia esistevano città organizzate e fiorenti già molto prima del periodo dell’ellenismo macedone sviluppatosi durante il periodo del Re Filippo II (359-336 a.C.), a cui finora gli storici attribuivano la fondazione dei primi centri urbani.

La storia, spesso esibita come ragion d’essere e (ab)usata come conferma dei vari nazionalismi in questa regione complicata, continua a sorprendere. Ancora oggi vediamo le conseguenze di determinate scoperte storiche e l’impatto che esse hanno, sulla regione ma anche sull’Unione europea – scoperte che riportano alla luce le origini di conflitti, ad esempio.
Infatti, ricordiamoci che i Balcani non sono solo guerre, tensioni, e discordia per cui sono tristemente famosi. I Balcani sono anche bellezza, storia plurimillennaria e ricca di diversità e spesso di tolleranza: tra altri fattori, la garanzia dei diritti religiosi da parte dell’impero Ottomano e dell’impero Austro-Ungarico ha contribuito a rendere questa regione così particolare.
I Balcani sono i nostri vicini ed è importante conoscerli meglio e anche imparare da loro.

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Nata a Trento, laureata in Scienze Politiche all’Universitá di Innsbruck, ho due master in Studi Europei (Freie Universität Berlin e College of Europe Natolin) con una specializzazione in Storia europea e una tesi di laurea sui crimini di guerra ed elaborazione del passato in Germania e in Bosnia ed Erzegovina. Sono appassionata dei Balcani e della Bosnia ed Erzegovina in particolare, dove ho vissuto sei mesi e anche imparato il bosniaco.