Da una parte Salvini chiede di rivedere le sanzioni alla Russia dopo un incontro con “alcuni imprenditori” perché “non fanno male” a Putin ma alle “nostre imprese e alle nostre famiglie“, dall’altra Letta che lo ritiene “un pericolo per il Paese” perché “pro Putin“. E’ il nuovo capitolo dello scontro politico sulla guerra, la crisi e gli aumenti che rischiano di mettere in ginocchio famiglie e aziende italiane.

In attesa di soluzioni concrete, la campagna elettorale va avanti e le strumentalizzazioni sono il pane quotidiano. Inizia il leader della Lega Matteo Salvini che a Fano, nel corso del tour elettorale nelle Marche, fa sapere che “molti imprenditori mi stanno chiedendo di rivedere le sanzioni alla Russia, perché è l’unico caso al mondo in cui le sanzioni, volute per fermare la guerra e colpire un regime, danneggiano non i sanzionati ma coloro che sanzionano”.

Per Salvini “a Bruxelles c’è qualcuno che ha sbagliato i conti” perché “con questi provvedimenti ci stanno rimettendo gli italiani e ci stanno guadagnando i russi”. Ricorda che “bisogna continuare a sostenere, difendere e aiutare il popolo ucraino” ma ribadisce ancora una volta che “le sanzioni non stanno facendo male alla Russia, tanto che sta guadagnando centinaia di miliardi in più, mentre stanno facendo male alle nostre imprese e alle nostre famiglie”.

Parole le sue che hanno scatenato il Partito democratico, con Enrico Letta che nel corso della festa dell’Unità a Reggio Emilia ha definito “gravissime le affermazioni di Salvini sul tema delle sanzioni alla Russia”. L’ex ministro dell’Interno “ha detto cose che neppure Putin direbbe svelando alla fine la sua vera idea di questa vicenda cioè la vicinanza a Putin” ha spiegato. Un “Salvini, pro Putin e che sostiene le tesi di Putin, è un vero pericolo per il nostro Paese”.

Redazione

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