Controcorrente
Le Sardine dovrebbero rivendicare la foto con Benetton, imprenditori criminalizzati dai populisti
Jasmine Cristallo, tra i leader delle Sardine, ha criticato – insieme con altri attivisti – la foto dei fondatori storici del movimento con la famiglia Benetton. Io, invece, l’ho apprezzata. La famiglia Benetton è stata orrendamente e ingiustamente criminalizzata dalla peggior vulgata giacobina e populista. Esponenti di Governo sguaiati e bugiardi, disposti a tutto pur di ottenere applausi e consensi facili, senza alcuno scrupolo nell’approfittare del dolore e della rabbia delle persone colpite, si sono scagliati senza ritegno su una famiglia di imprenditori che per decenni ha concorso alla fama della creatività italiana in tutto il mondo.
Invece di indagare con scrupolo e attenzione le ragioni del disastro e le responsabilità personali dei manager e dei tecnici, si è cercato un capro espiatorio da dare in pasto alla folla: i ricchi Benetton che quei manager avevano scelto, ma che erano evidentemente estranei a qualsiasi scelta operativa direttamente collegata al disastro. Così, l’oscena macchina del consenso ha costruito un mostro e, dagli United Colors, si è passati allo United Horror: i Benetton sono stati disegnati come una famiglia di imprenditori senza scrupoli, arricchitasi sulle spalle della sicurezza della povera gente. Una storia orribile, emblematica dell’indifferenza per la verità di questa terribile stagione politica, dell’uso sistematico della bugia, della ricerca di colpevoli a buon prezzo, della semplificazione mistificante. Evviva quindi l’incontro di Mattia Santori&Co.!
Siate finalmente liberi da ogni pregiudizio. Controcorrente come dovete essere, se volete aiutare il Paese a liberarsi dal conformismo della menzogna, a fare a meno della ricerca di un nemico per nascondere l’inconsistenza di idee, se volete accettare la complessità che non permette di dividere il mondo in buoni e cattivi. I Benetton non sono moderni untori, e non hanno il potere di contaminare chi si fa fotografare con loro; chi li ha così violentemente accusati è invece un moderno inquisitore che contamina la comunicazione politica. Se volete contribuire alla qualità del dibattito politico in questo Paese, per favore, non date retta agli inquisitori e smettete di credere agli untori. Alzate la testa e invece di balbettare che è stata “una ingenuità o una leggerezza”, invece di rinnegare l’incontro («… io non ho nemmeno parlato con l’imprenditore. E a tavola mi avevano riservato un posto vicino a lui ma ho preferito rimanere in mezzo ai ragazzi …») siate orgogliosi di voi stessi.
È cosa sana, buona e giusta incontrare e conoscere gli imprenditori del nostro paese, che oltretutto non smettono di investire nei giovani talenti, dialogare con chi ha costruito tanto, magari anche per chiedergli, a muso duro, come può accadere che una catena di controllo così cruciale, come quella della sicurezza delle infrastrutture, possa smagliarsi fino a generare un disastro di così grande portata. Non avete neppure bisogno di scomodare il pur sacrosanto (e così drammaticamente poco di moda) principio liberale della presunzione di innocenza, visto che nessuno ha neanche lontanamente ipotizzato una responsabilità penale dei Benetton.
Bastano il buon senso, l’amore per la verità, per il diritto e per la giustizia, basta ribellarsi al luogo comune, basta cercare un linguaggio nuovo. Di creatori e propinatori di mostri ne abbiamo già troppi e, oltretutto, siedono sui banchi del Governo. Di creduloni, poi, il Paese è fin troppo pieno. Per favore, impugnate i Lumi di Voltaire e aiutateci a rischiarare questa buia stagione.
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