«Unicost deve essere unita, senza farsi la guerra al proprio interno», afferma Luca Palamara parlando con il consigliere del Csm Luigi Spina in una telefonata intercettata lo scorso marzo dalla Procura di Perugia. L’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati è indagato dalla Procura del capoluogo umbro per corruzione. Secondo gli inquirenti sarebbe stato corrotto dall’imprenditore Fabrizio Centofanti per favorire la nomina, poi mai avvenuta, di Giancarlo Longo a procuratore di Gela. I pm di Perugia iniziano a intercettare Palamara a marzo. Spina, come Palamara, è di Unicost, la corrente di centro delle toghe. I rapporti fra i due sono frequentissimi. Palamara, terminato il mandato di consigliere del Csm è tornato a fare il sostituto alla Procura di Roma. Ha in corso la domanda come aggiunto a piazzale Clodio. La nomina, però, è in salita. Da alcuni mesi si è diffusa la notizia che Perugia sta svolgendo accertamenti nei suoi confronti. E questo è un problema. Per raggiungere l’obiettivo, ha bisogno dell’appoggio di tutto il suo gruppo. “Politicamente” Palamara ha scelto di spostare Unicost a destra, rompendo l’alleanza con Magistratura democratica, le “toghe rosse”, ora confluite in Area, e stringendo un patto con Magistratura indipendente.

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Fra i primi frutti della nuova alleanza, la nomina di David Ermini come vice presidente del Csm. È stato Palamara a imporre a settembre del 2018 l’ex responsabile giustizia del Pd. Mi, infatti, aveva puntato sul professore milanese Alessio Lanzi, in quota Forza Italia. Fra le nomine di punta del patto Unicost-Mi, l’elezione di Riccardo Fuzio a procuratore generale della Corte di Cassazione.  La strada per diventare aggiunto è comunque in salita. Non tutti dentro Unicost sono favorevoli all’alleanza con Magistratura indipendente e non tutti vedono di buon occhio Palamara aggiunto a Roma. Per Forciniti tutti i problemi si risolverebbero se Unicost fosse guidata dal tandem Mariano Sciacca e Paolo Auriemma, entrambi ex consiglieri del Csm. Sono candidature di alto profilo su cui nessuno in Unicost avrebbe da obiettare. Fra i contrari c’è Marco Mancinetti, uno dei togati di Unicost al Csm. Mancinetti vorrebbe addirittura che Palamara ritirasse la domanda per Roma.  Per Mancinetti nessun togato uscente dovrebbe concorrere per un incarico direttivo o semidirettivo. Palamara cerca allora una sponda con Massimo Forciniti, anche lui consigliere uscente di Unicost. I due sono stati insieme quattro anni a Palazzo dei Marescialli. Il “veto” si potrebbe superare se le preclusioni per gli uscenti fossero superate da tutte le correnti, appoggiando senza remore gli ex consiglieri che hanno fatto domanda per un posto da dirigente. Valerio Fracassi, consigliere uscente di Area-Md, ha una domanda in corso e potrebbe fungere in tal senso da apripista. Secondo gli ex consiglieri, Fracassi starebbe cercando l’aiuto dello stesso Palamara e di Cosimo Ferri.

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Per “evitare tensioni” e rasserenare il clima, Palamara e Forciniti concordano sul fatto che è necessario avere buoni rapporti con Giuseppe Pignatone e Michele Prestipino, l’aggiunto di Roma e fedelissimo del numero uno della Procura. Prestipino è consapevole che non ha possibilità di succedere a Pignatone però, dice Palamara “il ‘pensierino’ in testa ce l’ha grosso, e glielo hanno messo in testa quei due cazzoni (verosimilmente due magistrati non identificati dalla Guardia di Finanza, ndr). Un tenente colonnello del Ros di Roma, sposato con un magistrato in servizio nella Capitale, potrebbe agevolare Palamara in questa missione. A differenza della passata consiliatura, l’attuale farà poche nomine. Dalle oltre 1000 alle poco più di 100. Gli incastri, allora, sono fondamentali. Palamara, Spina, Forciniti , pianificano gli scenari per i prossimi anni. Partendo da Milano. Francesco Greco, l’attuale capo dei pm milanesi, lascerebbe nel 2020. Non per raggiunti limiti d’età ma per una sua scelta. Paolo Ielo, altro aggiunto a Roma, è pronto a prenderne il posto. Nel pacchetto delle nomine, riferisce Spina, entra Perugia. Area, dice Spina a Palamara, «avrebbe intenzione di appoggiare Borrelli a Perugia in quanto, altrimenti, andrebbe a Salerno». Su Roma il più titolato sembra essere invece Francesco Lo Voi, il procuratore di Palermo.

Il futuro professionale di Palamara torna in un’altra conversazione con Forciniti. Bisogna calcolare infatti cosa farà Area-Md per i posti di aggiunto vacanti a Roma. Due quelli liberi. In attesa che Ielo lasci per andare a Milano. Allora i posti sarebbero tre. «Se portano Stefano Pesci, ti faccio l’esempio, che cazzo vuoi? È molto peggio, cioè voglio dire, non ci guadagnano come corrente, non è uno che mi risulta chissà che professionalità e allora perché fare problemi su Palamara?», riflettono i due. Palamara decide che è giunto il momento di prendere l’iniziativa e di andare direttamente da Pignatone. Se quest’ultimo darà il via libera, è fatta. Il 4 marzo organizza una cena con il suo capo. Cosa si siano detti quella sera, però, non lo sapremo mai: il Trojan sarà accesso solo due mesi più tardi. In occasione di un’altra cena, quella con Cosimo Ferri e Luca Lotti