L’economia Usa non riparte, Trump al capolinea

Il mese di marzo, l’ultimo del 2020 prima che il Covid-19 varcasse ufficialmente i confini degli States, appartiene ormai a un lontano passato. Allora la gran parte degli americani ammirava le politiche di Trump per il rilancio dell’economia. Grazie a questo consenso, il presidente poteva contare su un vantaggio di ben 11 punti rispetto al suo rivale, il democratico Joe Biden. A pochi giorni dal voto finale la situazione appare radicalmente cambiata. L’ultimo sondaggio pre-elettorale del Financial Times con la Peterson Foundation mostra che per la maggioranza degli americani – pari al 46% del totale – la gestione dell’economia statunitense da parte di Donald Trump stia danneggiando la ripresa. I pro-Trump sarebbero invece al 44%.

Inoltre, solo il 32% degli americani pensa di stare meglio sul piano finanziario ora rispetto a quando Trump è entrato in carica quattro anni fa: è il dato più basso degli ultimi 12 mesi. Un forte calo del sostegno a Trump in quella che in precedenza era stata la sua più grande forza. Una tendenza già segnalata dalla Cnn, secondo cui nel maggio scorso il 54% degli elettori registrati affermava che Trump avrebbe gestito meglio l’economia, rispetto al 42% di Biden. Oggi la situazione si è capovolta. I numeri parlano insomma di una lenta ma inesorabile caduta dei consensi del presidente proprio sulle politiche economiche. Il quadro è aggravato dai recenti sondaggi di RealClearPolitics che attribuiscono a Joe Biden 9,1 punti di vantaggio nel voto nazionale.

«Mr. Trump ha fondato la ricandidatura sulla sua gestione dell’economia, ma nelle ultime settimane le richieste di disoccupazione a livello nazionale tornano a crescere a causa del forte aumento dei casi di coronavirus nel Midwest», spiegano le giornaliste del Financial Times Lauren Fedor e Christine Zhang. Come avverte Matt Egan della Cnn, «il tasso di disoccupazione al 7,9% è il più alto mai raggiunto prima delle elezioni presidenziali da quando il governo ha iniziato a monitorare il tasso mensile nel 1948. Sebbene gli Stati Uniti abbiano rapidamente recuperato più della metà dei posti di lavoro persi durante la pandemia, la ripresa stenta. A settembre il numero di disoccupati che hanno perso definitivamente il vecchio lavoro è salito a 3,8 milioni: il picco degli ultimi sette anni. Sembrava una crisi temporanea, ma la perdita di posti di lavoro sta diventando permanente». Secondo Greg Valliere, capo stratega della politica statunitense presso Agf Investments, «la gente è ancora preoccupata per gli sfratti, i pignoramenti e le piccole imprese che chiudono. Moltissime persone sono in ansia per la mancata ripresa economica e temono che sarà così per un po’ di tempo».

La campagna Trump ovviamente non ci sta. «Il presidente Trump ha costruito la più grande economia del mondo prima che venisse interrotta artificialmente e, grazie alle sue politiche a favore della crescita, ai tagli alle tasse e alla deregolamentazione, è in corso il Great American Comeback», proclama Samantha Zager, vice segretario stampa nazionale del comitato elettorale del presidente. «I sondaggisti avevano previsto la vittoria di Hillary Clinton nel 2016», continua Zager, «e, ciononostante, sembra che non abbiano ancora imparato dai loro errori visto che costantemente sottocampionano i repubblicani». In effetti, parti dell’economia statunitense sembrano godere di una rapida ripresa. Per esempio, il mercato immobiliare è in forte espansione poiché i Millennials e gli abitanti delle città si avventurano ad acquistare case nei sobborghi grazie a tassi ipotecari record. «Eppure ampie fasce dell’economia stanno ancora soffrendo e potrebbero continuare fino a quando un vaccino non sarà ampiamente disponibile», avverte Matt Egan. Inoltre, «le attività ricreative – mangiare al ristorante, soggiornare in hotel e volare – rimangono al di sotto dei livelli pre-pandemici. Cineworld, il secondo gruppo cinematografico al mondo, ha avvertito che sospenderà le operazioni in tutti i suoi cinema negli Usa e in Uk». Il cruscotto di ripresa economica di Cnn Business mostra che l’economia statunitense ha recuperato solo l’80% della sua potenza pre-Covid.

E il fatto che il vantaggio di Trump su Biden sull’economia sia svanito sottolinea il peso della recessione da coronavirus. In pratica, la minaccia della pandemia che il presidente ha sempre cercato di rimuovere – anche negli ultimi giorni sono usciti i commenti lapidari del presidente sulle idee dell’infettivologo della Casa Bianca Anthony Fauci – si ripresenta per chiedere il conto elettorale. Con le infezioni che hanno raggiunto un terzo picco negli Stati Uniti, il sondaggio Ft-Peterson mostra il crescente pessimismo sulle prospettive di una ripresa economica a breve termine. Solo il 31% degli intervistati si aspetta che l’economia statunitense «si riprenda completamente dall’impatto dell’epidemia di coronavirus» entro un anno, il livello più basso da aprile. Il restante 69% degli intervistati afferma che una ripresa economica richiederebbe un anno o più.

«Le preoccupazioni per l’aumento dei costi sanitari – spiegano Fedor e Chang del FT – sono un fattore chiave nell’indebolimento degli elettori. Alla domanda su quale sia la più grande minaccia per l’economia statunitense, il 26% degli intervistati cita proprio i costi sanitari, con un forte aumento rispetto al mese precedente». In più, una larga maggioranza (65%) ritiene che le restrizioni di distanziamento fisico dovrebbero rimanere in vigore per almeno tre mesi. Nel corso dei suoi comizi e nei suoi tweet Donald Trump cerca di fomentare la paura: nel caso di vittoria, dice, i democratici «adotterebbero un lockdown letale per l’economia con il conseguente crollo dei posti di lavoro». Ma a Wall Street sembrano ritenere il contrario. Per Goldman Sachs la vittoria democratica significherebbe una ripresa economica più rapida perché «aumenterebbe drasticamente la probabilità» di un pacchetto di stimolo fiscale di almeno 2 trilioni di dollari dedicati a infrastrutture, clima, sanità e istruzione.

Secondo Moody’s Analytics le proposte economiche di Biden, se messe in atto, creerebbero 7,4 milioni di posti di lavoro in più rispetto a quelle di Trump. «I loro piani non potrebbero essere più diversi», scrive Mark Zandi, capo economista di Moody’s Analytics, in un articolo della Cnn Business perspectives. «E le nostre analisi dicono che Biden ha ragione e Trump ha torto». Nel mondo della finanza cresce la fiducia in una vittoria di Biden. «Potrei dover rivedere la mia previsione di qualche settimana fa secondo cui Biden avrebbe vinto per poco”, dice Greg Valliere di Agf Investments. «Biden potrebbe vincere comodamente».