O sono in difficoltà nei sondaggi e cercano in tutti i modi attenzioni a pochi giorni dal voto. O non hanno pensato fino in fondo alle conseguenze di un attacco così diretto al capo dello Stato, per giunta da membri di una forza di governo che ha appoggiato la rielezione di Sergio Mattarella. O forse entrambe le opzioni. Gli esponenti della Lega hanno alzato il tiro proprio il 2 giugno, nel giorno della Festa della Repubblica. Quella data che alcuni di loro ancora faticano a digerire per via di ormai nostalgici aneliti padani. Il bersaglio è stato il presidente Mattarella, invitato dal senatore Claudio Borghi a dimettersi dopo alcune sue dichiarazioni.

La Lega attacca Mattarella con Borghi e Salvini, cosa ha detto il presidente

Alla vigilia del 2 giugno, Mattarella ha parlato dell’imminente voto europeo. La Repubblica italiana è “inserita oggi nella più ampia comunità dell’Unione Europea cui abbiamo deciso di dar vita con gli altri popoli liberi del continente e di cui consacreremo, tra pochi giorni, con l’elezione del Parlamento Europeo, la sovranità“. Apriti cielo. Per gli esponenti leghisti più euroscettici il fatto che abbia menzionato il termine ‘sovranità’ è stata la scintilla.

Borghi contro Mattarella, l’attacco al presidente della Repubblica

A lanciarsi nell’offensiva contro il capo di Stato ci ha pensato il leghista Borghi. Con un post sui social, il candidato alle europee nella circoscrizione Centro, ha attaccato Mattarella citando un articolo di giornale: “È il 2 giugno, è la Festa della Repubblica italiana. Oggi si consacra la sovranità della nostra nazione. Se il presidente pensa davvero che la sovranità sia dell’Unione Europea invece dell’Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi, perché la sua funzione non avrebbe più senso”. Un concetto chiaro, che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Quelle che Borghi ci ha tenuto invece a precisare durante tutto il giorno con altri post su X, non rettificando ma insistendo sulla propria posizione “perfettamente legittima, quasi scontata”.

“Se qualcuno vuole cambiare l’articolo 1 della Costituzione e scrivere che la sovranità appartiene alla Ue invece che al popolo non ha che da depositare una proposta di legge Costituzionale. Poi vedremo chi la vota”, ha aggiunto Borghi. “A quanto pare i fan del ‘Più Europa’ pretendevano di celebrare con Mattarella la ‘consacrazione della sovranità dell’Unione Europea’ senza che nessuno dicesse nulla. Mi spiace per loro ma noi siamo qui in piena legittimità a chiedere agli elettori mandato per ‘Più Italia e meno Europa‘”, ha continuato a dire il leghista.

L’attacco a Mattarella, la posizione di Salvini

L’attacco di Borghi ha poi trovato la reazione del leader della Lega Matteo Salvini: “Oggi c’è la festa della Repubblica, oggi è la festa degli italiani, della Repubblica, non della sovranità europea. Abbiamo un presidente della Repubblica perché c’è la Repubblica, io penso all’Europa come stati sovrani che si mettono insieme, ma la sovranità nazionale è fondamentale, al di là dei tweet oggi si festeggia la Repubblica italiana. Non mi arrenderò mai a un super Stato europeo dove comandano quelli che hanno i soldi”. Un commento che sa di sostegno malcelato alle dichiarazioni del senatore. Mentre in serata – a ‘Stasera Italia’ su Rete 4 – arriva un parziale passo indietro, sempre vago: “Nessuna polemica col presidente della Repubblica. Oggi è la festa degli italiani e la sovranità italiana viene prima di ogni appartenenza. Con tutto il rispetto per il Quirinale, oggi è la festa degli italiani”. “Non chiediamo le dimissioni di nessuno. Borghi è un ottimo senatore. Io penso che il capo dello Stato sia stato travisato da qualche giornale perché il 2 giugno parlare di sovranità europea…” ha concluso Salvini, dimenticando forse che proprio Borghi aveva parlato di dimissioni.

Mattarella attaccato, maggioranza spaccata

La Lega, a pochi giorni dal voto europeo, ha quindi optato per un attacco diretto al Quirinale. Dividendo però le forze di maggioranza, già con differenti vedute rispetto all’Europa. A prendere le difese di Mattarella sono arrivati subito gli esponenti di Forza Italia e Noi Moderati. Antonio Tajani è stato chiaro: “Siamo italiani ed europei, questa è la nostra identità. Questa è la nostra civiltà. Ogni scelta anti europea è deleteria per l’Italia. Fa bene Mattarella a sottolineare la nostra prospettiva europea. Gli esprimo la mia solidarietà per gli attacchi che ha ricevuto”.

Prima ancora era stato Maurizio Lupi a condannare le frasi leghiste: “L’attacco di Claudio Borghi al Presidente della Repubblica è inaccettabile ed inqualificabile. La Lega si scusi per queste parole inopportune e irriguardose nei confronti di Sergio Mattarella garante dell’Unità nazionale ed eletto, lo ricordo, anche con il voto della Lega”. Crepe in realtà già viste all’interno della maggioranza, che sono da circoscrivere all’interno della dialettica pre elettorale visto l’appuntamento delle europee. Ma l’attacco al Colle può mettere anche in difficoltà Giorgia Meloni e le mosse del prossimo futuro del governo.

La difesa di Mattarella e l’attacco a Meloni dalle opposizioni

Meloni è stata infatti chiamata in causa dall’opposizione per prendere posizione sulle parole di Borghi. La segretaria del Pd Elly Schlein dal suo comizio a Testaccio, a Roma, ne ha parlato: “È gravissimo l’attacco che oggi è arrivato dalla Lega” al Presidente della Repubblica, un attacco “senza precedenti. Vorrei che la premier si esprimesse e prendesse le distanze da quell’attacco. Lo facciamo noi ringraziando il Presidente della Repubblica”.

Per il leader del M5s Giuseppe Conte “è una polemica indegna, richiedere le dimissioni del presidente Mattarella è una cosa non commentabile, talmente grave e talmente sconclusionata”. Per Conte è “una campagna elettorale, per quanto si possano alzare i toni e si possa anche agire strumentalmente, non giustifica una richiesta del genere. Il presidente Mattarella ha detto delle cose ovvie. Siamo in Europa e semplicemente bisogna andare in Europa a testa alta e non come questo governo che ha accettato la proposta franco-tedesca che addirittura comporta dei tagli di 13 miliardi l’anno”.

Angelo Bonelli, il leader di Verdi e Sinistra ha caricato puntando il dito anche contro la premier e chiedendo le dimissioni del ministro dei Trasporti: “La presidente del consiglio Meloni è colpevolmente silente davanti all’attacco del leader della Lega Salvini al presidente Mattarella, mentre copre il senatore leghista Borghi che ha chiesto le dimissioni di Mattarella. Salvini non può rappresentare l’Italia e non può restare più al governo del paese. E se Meloni non interverrà sarà anche lei responsabile di questo attacco alla presidenza della Repubblica, un attacco senza precedenti. Ci troviamo di fronte a un vulnus istituzionale senza precedenti. Fuori Salvini da governo, subito. La nostra piena solidarietà al Capo dello Stato”.

Mattarella attaccato, la reazione di Renzi e Calenda

L’attacco a Mattarella ha riunito le opposizioni. Anche dal centro sono arrivati i messaggi di solidarietà al capo dello Stato. “Nel giorno della Festa della Repubblica la Lega attacca il Presidente Sergio Mattarella. Oggi più che mai sono orgoglioso di aver indicato Sergio Mattarella come nostro candidato al Colle nel 2015. Sono orgoglioso di aver bloccato il disegno di Salvini al Papeete nel 2019. Sono orgoglioso di aver impedito che Salvini, Conte e Meloni portassero il direttore dei servizi segreti al Quirinale nel 2022”, ha scritto il leader di Italia Viva Matteo Renzi su X.

Anche più duro Carlo Calenda, segretario di Azione, che ha attaccato il leader della Lega: “Salvini non ha molte cose: l’intelligenza per aprire un tappo ma anche la dignità e l’onore per rispettare il presidente della Repubblica. Forse gli manca anche di sapere che i Trattati istitutivi dell’Unione Europea sono recepiti e considerati anche in base anche alla nostra Costituzione. Mi rendo conto però che sia troppo complicato. La cosa che dovrebbe fare è cercare di tenere almeno un comportamento educato perché quando non si sa che cosa dire si tace”. Da Azione anche Mara Carfagna ha chiesto a Meloni cosa ne pensasse delle parole di Borghi.

Insomma, Meloni nelle prossime ore dovrà rispondere alle pressioni interne ed esterne. Anche perché di mezzo ci sono i rapporti tra maggioranza e il Quirinale, già provati dalla legge sul premierato che avanza in Parlamento. Un esacerbarsi delle tensioni con il Colle non conviene alla premier che dovrà tenere a freno le pulsioni dell’alleato di governo.