Lega, Salvini traballa: lo scenario sul terzo mandato di Zaia. Vannacci va fuori dai Patrioti: doccia fredda, generale

Un autunno caldo attende Matteo Salvini. Gli imperativi sono tenersi a galla, sopravvivere, aggrapparsi allo spigolo di uno scoglio per non affogare politicamente. Sperava di incassare la doppia cifra alle elezioni europee, per poter gonfiare il petto e intestarsi il merito di aver rilanciato le sorti della Lega. Impresa impossibile, come ha dimostrato il 9% che ha condannato il Carroccio addirittura sotto Forza Italia.

Zaia vuole il terzo mandato

Il risultato negativo non è certamente finito nel dimenticatoio e gli strascichi potrebbero riversarsi sulla stagione congressuale alle porte. Non è ancora chiaro se il partito di via Bellerio tirerà le somme a fine anno o tra febbraio e marzo 2025, mentre è oggettivo il pressing che arriva dal Veneto per discutere e decidere il nuovo corso. E proprio sulla Regione il centrodestra gioca una partita scivolosa: il terzo mandato. Il capitano spinge per superare il limite e consentire dunque a Luca Zaia di candidarsi di nuovo. Un sogno che viaggia su due binari: non perdere la guida del Veneto e togliere dal tavolo un potenziale avversario interno. Il motivo? Il governatore gode di un’ampia stima e, nel caso in cui non potesse scendere ancora in campo, sarebbe una vera insidia per la leadership di Salvini. A testimoniare l’apprezzamento trasversale per Zaia è il sondaggio di Demos-Demetra: il 75% dà una valutazione almeno sufficiente (da 6 a 10) alla Giunta regionale. Una vagonata di voti.

Vannacci fuori dal gruppo Patrioti: doccia fredda, generale

A Bruxelles le cose non vanno meglio: Roberto Vannacci non è più vicepresidente del gruppo Patrioti, le sue funzioni sono state sospese. Doccia fredda per il Generale. E per Matteo. Che, alle prese con il processo Open Arms, prova a sfruttare il video – in modalità Bohemian Rhapsody dei Queen – in cui si dichiara colpevole di aver difeso i confini dell’Italia. Ovviamente i due filmati hanno in comune solo lo sfondo nero. I tempi d’oro di Salvini sui social sono finiti: non riesce più a bucare lo schermo e a imporsi nel dibattito. E la sua leadership traballa.