Proseguono le vacanze “privatissime” di Giorgia Meloni in Puglia. Dalla masseria in cui assicura di godersi un po’ di riposo, riceve Salvini: insieme hanno squadernato i dossier dell’autunno che s’annuncia rovente. Migranti. Legge di bilancio. Sanità. Banche. Caro benzina.
Le parole sfumano davanti ai numeri. Gli sbarchi sotto la triade Meloni-Salvini-Piantedosi sono più che raddoppiati. Sono ad oggi 89.158 rispetto ai 41.435 del periodo 2022, quando c’era Draghi: + 115,18%. Ma gli italiani sono più preoccupati di altre cifre: nella sanità pubblica, dove le liste d’attesa per gli esami urgenti – in particolare in alcune regioni, Lazio in testa – sono insostenibili, sono all’orizzonte tagli allarmanti.
Nella manovra non solo non ci sarà l’aumento di 4 miliardi al Fondo sanitario nazionale richiesto dal ministro Schillaci, ma si apprende che non ci saranno nemmeno i 2 miliardi che erano stati promessi dal MEF. “Numeri che porteranno al crack del sistema”, lapida l’ex ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, Pd. “Sanità al collasso: impensabile non mettere risorse per quella che sta diventando una vera emergenza”, rilancia Raffaella Paita, coordinatrice di Italia Viva. “Servono risorse, non tagli”, aggiunge Lisa Noja, Iv, sempre in prima fila sulle battaglie per una sanità efficiente.

L’estate sta finendo e i nodi tornano al pettine. La storia della cena pagata ai quattro italiani in Albania è servita ad alimentare le chiacchiere da spiaggia per qualche giorno. Ora vanno trovate nuove armi di distrazione di massa.
Il pamphlet sopra le righe stampato in proprio dal Generale Vannacci cade a fagiolo. Crosetto lo sanziona, Salvini lo difende: “Leggerò il testo prima di giudicare”. Vittorio Sgarbi si offre a tutela del Generale e dà le pagelle ai colleghi di governo; e se Crosetto si becca un bel quattro, nel mirino di Sgarbi finisce il titolare del Mef: “E’ stato melonizzato, ormai”. Giorgetti invece c’è e ieri s’è conquistato il suo spazio facendo anche capire al suo capo, Salvini, e a quella del governo, Meloni, che con lui devono fare i conti. La ferita del decreto-banche non è sanata. Il testo potrebbe cambiare, filtra dal Mef, in Parlamento.

Il titolare dell’Economia si collega in video con il Meeting di Rimini: “Sarà una legge di bilancio complicata. Siamo chiamati a decidere delle priorità. Non si potrà fare tutto”. E qui lancia la bomba sulla sanità che allarma le opposizioni. La coperta è corta, i tagli ci saranno. Nella manovra viene falcidiata anche 18App, introdotta con il governo Renzi per consentire a tutti i neo-diciottenni di usare 500 euro in libri (e concerti, cinema, teatri). E adesso che le famiglie devono fare i conti anche con il ritorno a scuola, il caro-libri pesa, eccome. Per mettere qualcosa nelle tasche degli italiani la manovra punta sul taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, che darà una sforbiciata alle accise per mettere circa 100 euro in più nelle buste paga per contrastare l’inflazione, attestata al 5,9% a luglio. “Il rinnovo del cuneo fiscale è una mia priorità, come la difesa del potere di acquisto delle famiglie”, ha detto ancora Giorgetti.

Quindi taglio del cuneo, detassazione dei premi di produttività, bonus energia. Per intervenire, però, serviranno certezza sul quadro delle risorse a disposizione. Le aspettative degli analisti sono per una manovra da 25-30 miliardi di euro, ma è ancora presto per le quantificazioni. La nota di aggiornamento al Def, attesa entro fine settembre, fornirà una direzione di marcia più precisa. Difficile ipotizzare il ricorso a nuovo deficit, dopo la crescita della spesa pubblica negli anni della pandemia di Covid. Soprattutto nel momento in cui a Bruxelles si lavora alla riforma del patto di stabilità. L’asse del titolare del Mef con l’ex premier, Mario Draghi, pare non essersi assottigliato. Tanto che un Draghi-boy come l’ex ministro Franco, predecessore di Giorgetti alla guida di via XX Settembre, è l’uomo che l’attuale ministro ha fatto designare dal governo per il comitato esecutivo della Banca centrale europea.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.