"Liberalismo e del garantismo giuridico"
Legge Nordio per riformare la giustizia, i cinque punti principali del disegno presentato in Senato
È iniziata ieri in Senato la discussione generale sul disegno di legge Nordio, il primo di una lunga serie, che a regime andrà a riformare la giustizia. Un testo, a detta del Guardasigilli, improntato ai valori del liberalismo e del garantismo giuridico. Il ddl prevede diversi interventi su vari fronti: sull’inappellabilità delle sentenze di primo grado da parte del pm, il gip collegiale, l’interrogatorio di garanzia prima delle misure di custodia cautelare in carcere e soprattutto l’abolizione dell’abuso d’ufficio e la ridefinizione del reato di traffico di influenze. L’istruttoria del disegno di legge governativo è stata particolarmente accurata ed ha visto la Commissione giustizia di Palazzo Madama impegnata in un lungo ciclo di audizioni e poi in un serrato confronto sui diversi aspetti del provvedimento. L’attuale formulazione del reato di abuso è stata variata più volte nel corso degli anni, senza aver mai raggiunto un esito soddisfacente. Il reato di abuso d’ufficio è così rimasto un reato a condotta evanescente, in cui il confine tra lecito e illecito è sempre stato nebuloso e generico. Ma non solo. Questo reato si è sempre prestato ad interpretazioni giurisprudenziali divergenti e non uniformi, ponendosi quindi in contrasto con i principi di tassatività e legalità di cui all’articolo 25 della Costituzione. Senza dimenticare, infine, che tale reato ha intasato gli uffici delle Procure impegnate in costose ed inutili indagini.
Sulla proposta della sua abolizione, Italia Viva e Azione hanno votato a favore, mentre il Pd insieme al Movimento 5 Stelle hanno votato contro. Molto singolare la posizione del Pd. ll gruppo parlamentare dem, evidentemente schiacciato dalla posizione della segretaria Elly Schlein, ha deciso di seguire le sirene di Giuseppe Conte, andando contro le istanze dei suoi amministratori locali, tutti invece favorevoli all’abolizione del reato. Per l’inappellabilità delle sentenze di primo grado di assoluzione da parte del pm, va ricordato che nel 2007 venne cancellata dalla Corte costituzionale la legge Pecorella che l’aveva introdotta e ciò era accaduto attraverso una sentenza giuridicamente lacunosa, opinabile ed intrisa di pregiudizio ideologico. Nel processo penale vige il principio del ragionevole dubbio. L’imputato non può essere condannato se sussiste anche il minimo dubbio che sia colpevole. Difficile che tale dubbio possa essere superato se in un grado di giudizio l’imputato è stato assolto. È un concetto assai chiaro negli ordinamenti di cultura anglosassone, che è stato mutuato all’interno dell’ordinamento italiano, un principio di civiltà giuridica che trova finalmente applicazione nel dl Nordio.
Di grande importanza sono anche i nuovi istituti del gip collegiale e dell’interrogatorio di garanzia, prima delle misure di custodia cautelare in carcere. In questo modo si potrà rafforzare la tutela del cittadino di fronte agli abusi della carcerazione preventiva. “Nel testo sono stati inseriti ed approvati due nostri importanti emendamenti. Il primo riguarda l’esclusione dei brogliacci dalle informative dei procuratori aventi per oggetto intercettazioni di nominativi di soggetti terzi estranei all’inchiesta, una norma di assoluta garanzia a tutela del buon nome e dell’onorabilità dei cittadini estranei alle impugnazioni, il secondo riguarda il divieto assoluto di intercettazioni tra avvocato e cliente”, ha affermato durante la discussione generale il senatore Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in Commissione giustizia. “Importantissimo è il divieto assoluto di intercettazioni tra avvocato e cliente. Quest’ultimo principio pareva dovesse già essere una cosa ovvia e scontata nel nostro ordinamento, in ossequio al segreto professionale, ed invece è ancora violato con sorprendente disinvoltura. La cronaca quotidiana, peraltro, ci ricorda quanto questo nostro emendamento fosse assolutamente provvidenziale e necessario di fronte ad evidenti abusi delle Procure”, ha poi aggiunto Zanettin.
“Il ddl Nordio è un provvedimento sbagliato, pericoloso, che non produrrà alcun risultato utile sulla durata, sull’efficienza, sulla qualità dei processi in Italia e quindi noi voteremo convintamente contro. La maggioranza ha parlato di un provvedimento di vasta portata, di una grande riforma. In realtà è un testo davvero molto modesto rispetto alle ambizioni originarie, che incide poco o forse nulla sul piano dell’efficienza e sulla velocizzazione dei processi e del miglioramento dell’apparato e invece affronta per l’ennesima volta in modo molto ideologico il tema della giustizia”, ha commentato Alfredo Bazoli, capogruppo del Pd nella Commissione giustizia del Senato. “È un testo che vìola un elevato numero di articoli della Costituzione. In caso di sua approvazione sarà bocciato dalla Corte costituzionale”, ha affermato Roberto Scarpinato, ex procuratore generale di Palermo ed ora senatore pentastellato.
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