Un nuovo emendamento alla Legge di Bilancio presentato in Commissione Agricoltura al Senato rischia di affossare il settore della cannabis light.
L’iniziativa arriva dai senatori del Pd Mino Taricco e Caterina Biti, entrambi della Commissione Agricoltura di Palazzo Madama, e interviene sulla vendita del prodotto.

Secondo l’emendamento, come riportato da Sigmamagazine.it, la cannabis light sarà venduta ai consumatori “in via esclusiva dalle rivendite di generi di monopolio di cui alla legge 22 dicembre 1957 n. 1293, quindi tabaccherie, e dagli esercizi di cui al comma 5-bis dell’articolo 62-quater del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, quindi rivendite di sigarette elettroniche”.

L’idea di fondo è quindi quella di considerare i derivati dalla cannabis come prodotti da inalazione, al pari dei tabacchi e ai liquidi da inazione contenenti nicotina. E ciò, sottolineano le aziende del settore, comporta la distribuzione e vendita esclusivamente da soggetti autorizzati dall’agenzia delle Dogane e Monopoli, come, appunto, tabaccherie e nei negozi di sigarette elettroniche.

La modifica alla Manovra normerebbe del tutto il settore della cannabis light mettendolo sotto monopolio con una tassa al 23,5 per cento. L’introduzione dell’accise comporta l’esclusione dal mercato di tutti i canapa shop predisposti alla vendita del prodotto legale, con conseguenze negative per i lavoratori e per i consumatori.

Come racconta al Riformista Luca Fiorentino, giovane imprenditore torinese dell’azienda Cannabidiol Distribution, l’emendamento mette a rischio il 60 per cento dell’indotto economico complessivo e circa 6.500 posti di lavoro, per lo più under 30.

Ma queste, specifica il senatore Mino Taricco, sono solo proposte che devono essere ancora discusse e poi approvate. C’è quindi molta strada da fare e per questo il senatore allontana la critiche sulla possibilità di perdita di posti di lavoro.

Taricco spiega al Riformista che l’accisa, per cui è aperta una discussione sulla sua entità, è necessaria per normare la vendita del prodotto che talvolta ha superato i limiti non previsti dalla legge. Per il senatore è quindi necessario mettere in campo un sistema di controlli sulla vendita del prodotto. “Ho proposto una soluzione estrema – dice Taricco – ma bisogna articolarla meglio: è un mezzo per segnalare l’esistenza di una questione che deve essere normata”.

Sebbene la proposta non accontenti pienamente i lavoratori e produttori del mondo della cannabis light, Fiorentino sottolinea che la misura “va nel verso giusto, per l’introduzione dell’accisa e della regolamentazione con esclusiva per chi possiede la licenza di vendita degli articoli da fumo”.

Ma esistono diverse problematiche. Innanzitutto, sottolinea Fiorentino, l’accisa proposta non farebbe reggere la filiera (la Cannabis light non è tabacco e subisce molte più lavorazioni). E, spiega, è necessaria la creazione di un fondo economico per rimborsare le aziende che, per tutti questi anni, hanno subito persecuzioni giudiziarie. In questo modo, se passasse l’emendamento così com’è, spiega Fiorentino, senza la creazione un fondo economico, si favorirebbero le multinazionali del tabacco che entrerebbero nel mercato operando in uno spazio in cui sono attive le aziende del settore.

Soprattutto, Fiorentino spiega che il provvedimento consentirebbe la vendita di prodotti da fumo con un livello di Thc pari allo 0,2 per cento.

Una modifica che comporta un processo di lavorazione illegale e pericoloso. Fiorentino sottolinea che al momento non esistono prodotti sotto lo 0,2 per cento di Thc e per renderli tali sono spesso necessari trattamenti chimici, pericolosi sia per la salute del consumatore finale, ma, soprattutto, per il produttore. E con il rischio di favorire le attività che usano processi chimici pericolosi per abbassare la soglia del Thc.

L’ultimo episodio drammatico si è registrato lo scorso maggio, quando una violenta esplosione ha sventrato un laboratorio di cannabis light a Gubbio, in provincia di Perugia, per cui è morto un 19enne.

Ma l’emendamento, precisa il senatore Taricco, propone invece il mantenimento della soglia allo 0,2 per cento di Thc, anche se in passato si è registrato un intervento giurisprudenziale che ha previsto un innalzamento allo 0,5 per cento di Thc.

L’imprenditore torinese dell’azienda Cannabidiol Distribution, tuttavia, ribadisce che se non si valuta un innalzamento dello 0,5 per cento del Thc, c’è il rischio di favorire tutte le pseudo aziende che illegalmente abbassano il Thc.

“Il settore – sottolinea Fiorentino – chiede di essere regolamentato, anche con un accisa, ma senza che si lasci indietro nessuno e senza che ‘involontariamente’ vengano fatti grandi assist a multinazionali del tabacco”.

La cannabis viene utilizzata anche per scopo terapeutico. Per questo, il senatore di Potere al Popolo, Matteo Mantero, ha presentato un emendamento alla legge di Bilancio per consentire ai malati come Walter Di Benedetto, in possesso di regolare prescrizione, di coltivare alcune piante di cannabis per curarsi, senza rischiare il carcere”.

Per Mantero “Walter è diventato ormai un’icona della lotta per i malati che si curano con cannabis terapeutica, tanto da aver partecipato alla VI Conferenza sulle dipendenze a Genova, molti politici hanno voluto posare in una foto vicino a lui, dal presidente della Camera Fico alla ministra Dadone. E’ il momento di passare dalla foto ai fatti”, specifica Mantero.

“L’emendamento 98.0.15, firmato da diversi colleghi, prevede uno stanziamento per l’aumento della produzione italiana di cannabis terapeutica, in modo da risolvere la carenza cronica di prodotto con la quale devono convivere i malati. Ma, in mancanza di prodotto, consente ai malati possano coltivare alcune piante per auto consumo senza dover incorrere in un processo come è accaduto a Walter”.

E poi, continua il senatore di Potere al Popolo, “ci troviamo nella situazione assurda che questi malati devono rischiare il carcere per un’inadempienza dello stato. Se davvero si vuole affrontare il problema smettendo di trattare queste persone come malati di serie B il ministro Speranza e tutto il Governo diano parere favorevole all’emendamento ‘Di Benedetto'”.