Sul caso dei bambini costretti a vivere in cella con le madri sceglie di occuparsi Forza Italia, presentando un emendamento al ddl Sicurezza che approderà in aula alla Camera questa settimana. Dopo che con l’approvazione del decreto carceri era stato cancellato l’obbligo del differimento della pena per le donne in gravidanza o con figli di età inferiore a un anno, ora l’obiettivo è ripristinarlo, per impedire ad ogni neonato di passare i primi mesi di vita dentro gli istituti penitenziari. Spetterà al magistrato fare una valutazione considerando che l’emendamento introdurrà alcune una novità, come l’intento di eliminare l’impunità per chi commette reati ripetuti e sfrutta la gravidanza per evitare la detenzione, ma anche – dall’altro lato – l’esame sulla gravità degli effetti della detenzione “all’integrità psicofisica del minore”, nonché un’ipotesi migliorativa, che prende in considerazione il caso del bambino nel pericolo di una situazione di illegalità o povertà peggiore rispetto alla prigione, e quindi solo in tal caso da trasferire in un istituto per madri detenute.
Bambini in carcere, i casi
Tanti i piccoli costretti a vivere nelle carceri assieme ai loro genitori, numerose le complicazioni e i ritardi conseguiti. Dall’ultimo censimento di quest’estate, erano 25 i bambini costretti a vivere la stessa sorte dei loro genitori, l’ultimo aveva solo pochi mesi. Un deficit affettivo, sensoriale e relazionale, come quello di Giacomo, l’ultimo esempio di una situazione molto delicata.
Di lui la cronaca si è occupata quest’estate: un bambino che orami da mesi si trovava assieme alla madre – trentenne italiana – nell’istituto penitenziario di Rebibbia, a Roma, più precisamente nella sezione nido assieme agli altri figli dei reclusi. Un bambino che aveva maturato un ritardo nello sviluppo psico-motorio. Non correva, era in sovrappeso, portava ancora il pannolino e diceva solo poche parole: ‘sì’, ‘no’, ‘mamma’, ‘papà’, ‘apri‘ e ‘chiudi’.
Forza Italia sfida la maggioranza
La mossa di Forza Italia, anticipata da Repubblica, è una nuova sfida alla maggioranza dopo l’apertura allo Ius Scholae, difeso nelle scorse ore dal vicepremier e segretario di partito, Antonio Tajani: “È un diritto sacrosanto di chi ha studiato con profitto nelle scuole italiane e ha studiato l’italiano, la storia, la geografia, sa chi è Dante Alighieri, l’educazione civica come previsto nel nuovo programma di studi illustrato dal ministro della Lega Valditara”, facendo sapere che il partito è al lavoro per presentare “agli alleati un progetto per migliorare le regole per concedere la cittadinanza”. Ma il leader forzista ha contestualmente preso le distanze dall’opposizone “Che io possa pensare di aprire a sinistra è una sciocchezza sesquipedale, io penso a costruire il centro della politica di cui si sente tanto il bisogno, alternativo alla sinistra e alleato delle destre e senza il centro non si vince e credo che un centrodestra moderno debba guardare alla realtà della nostra società”.