L’ ultima performance di Giuseppe Conte ha suscitato sorrisi, sfottò e qualcuno si è persino scandalizzato. La vacanza di fine anno del presidente dei Cinque stelle a Cortina si è rivelata un inciampo per la macchina comunicativa di Conte, solitamente assai efficace nell’auto-promozione. In poche ore gli iniziali rimproveri sono diventati un coro. Ma come? Il paladino dei diseredati se ne va in vacanza nel Paradiso dei Vip?

Francamente una polemica mal posta. L’efficacia nella difesa dei più deboli non si misura necessariamente da una vacanza, sia pure di gran lusso. Certo, tutti i veri capi della sinistra italiana, da Nenni a Togliatti, da Berlinguer a Craxi, non sono stati mai attratti da vacanze da miliardari e tuttavia, anche una eccezione – ieri, oggi o domani – non avrebbe l’ effetto di cancellare una vita spesa per migliorare la vita di un popolo. E qui casca l’asino. La gita a Cortina rivela semmai l’ennesimo sdoppiamento di un personaggio che oramai, a forza di giravolte, è diventato una sorta di Fregoli, l’attore che, come nessun altro, sapeva cambiare caratterizzazione nel giro di pochi secondi.

Nel giro di quattro anni Giuseppe Conte è riuscito a recitare tutte le parti in commedia, e non è una battuta. Capo del governo prima solo con la Lega e poi solo col Pd. Davanti alle telecamere per fare l’apologia dei Decreti Salvini e poi fautore della loro cancellazione. Per le armi agli ucraini e poi contro le armi agli ucraini. Con cravatta avvocato d’affari difensore di miliardari., con pochette premier con Salvini, senza cravatta e senza pochette difensore degli affamati. Si potrebbe continuare, ma non serve. Nessun personaggio nella storia della Repubblica in così breve tempo è stato protagonista di così tante giravolte.

Dunque Fregoli, ma anche e soprattutto un avvocato coi fiocchi. Conte, oramai lo abbiamo capito, non aderisce alle cause, ma difende i “clienti” più diversi sempre con distacco professionale. Gli avvocati, si sa, difendono le cause più disparate e, se sono bravi, si immedesimano nei loro clienti anche se li detestano, anche se sanno che sono colpevoli. La politica è un’altra cosa: è passione e se manca quella è fatta almeno di idee coerenti. Ecco perché la gita a Cortina ha un effetto rivelatore: ci conferma una volta ancora le notevoli doti trasformistiche del personaggio. Naturalmente potremmo spingerci oltre: ipotizzare che Conte si trovi a suo agio a Cortina più che a Scampia. Ma sarebbe un’illazione, un sospetto tipicamente populistico.

Basta restare ai fatti. Al capo dei Cinque stelle piace andare in vacanza nel regno dei miliardari: i gusti – anche nel tempo libero – contano. Eccome se contano, per capire come sei “dentro”, per capire cosa è bello e giusto per un leader politica. La storia ci dice molto sull’affidabilità politica di coloro che hanno l’attitudine a trasformarsi, ma ci dice pure un’altra cosa; loro ci provano a proporsi con tante maschere, ma non è colpa dei trasformisti se gli altri gli credono.