Si chiude la triste vicenda che ha tormentato gli ultimi anni della Diva
L’eredità di Gina Lollobrigida, aperto il testamento: metà patrimonio al figlio e metà al factotum, escluso il marito
A pochi giorni dalla morte di Gina Lollobrigida, è stato reso noto il testamento dell’attrice morta a Roma all’età di 95 anni. In base a quanto si apprende la grande attrice, così come permesso dalla legge, ha destinato metà del suo patrimonio al figlio Andrea Milko Skofic e l’altra metà ad Andrea Piazzolla, suo ex segretario e factotum. L’ultima (forse) puntata di una storia triste che ha travolto l’attrice negli ultimi suoi giorni.
Negli ultimi anni Piazzolla era diventato per lei una sorta di figlio adottivo: vivevano insieme dal 2015 e pur non essendo un parente lui accudiva la diva nella quotidianità e l’accompagnava agli eventi mondani, nelle uscite pubbliche e durante le cene o i pranzi con la cerchia di amici dell’attrice. Ma una bagarre legale ha contrapposto figlio e factotum negli ultimi anni nonostante l’attrice abbia sempre difeso il factotum e chiesto di essere lasciata “vivere e morire in pace”. “Non prenderò neanche un centesimo” dell’eredità lasciata da Gina Lollobrigida: “ho già detto che desidero che la mia parte sia messa a disposizione per quello che sono i suoi desideri. Quindi anche questa mia parte sarà messa all’interno del trust” che ha voluto per promuovere le sua attività. Lo ha detto a La vita in diretta, su Rai 1, Andrea Piazzolla, ex segretario e factotum di Gina Lollobrigida, auspicando che altrettanto faccia il figlio dell’attrice, Milko Skofic.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il testamento è stato redatto il 5 gennaio 2017, alla presenza di due testimoni: esecutore testamentario è l’avvocato monegasco Bernard Bensa. L’attrice, oltre al patrimonio da dividere in due parti uguali tra il figlio e Piazzolla, lascia anche un trust con le sue opere d’arte sempre ad Andrea Piazzolla e all’imprenditore Horacio Pagani, con l’onere però “di far conoscere e valorizzare” la sua “attività artistica” attraverso “la promozione e l’organizzazione” di mostre delle sue opere nel mondo. L’attrice protagonista di film celebri come “Pane, amore e fantasia”, infine, lascia anche allo Stato italiano la sua collezione di vasi etruschi (circa un centinaio).
L’ultima puntata della brutta vicenda familiare si chiude dunque con l’esclusione dal testamento dell’imprenditore catalano Javier Rigau, che per un breve tempo è stato il marito di Gina Lollobrigida. O meglio il matrimonio canonico con l’artista, celebrato per procura nel 2011, è stato poi annullato dalla Sacra Rota a gennaio del 2019. L’imprenditore era presente ai funerali della Bersagliera in prima fila, accanto al figlio e al nipote. Rigau e Lollobrigida, peraltro, avevano firmato una scrittura privata nel 2006, alla figlia del loro matrimonio che si sarebbe dovuto celebrare a New York e che poi fu annullato, nella quale si impegnavano tra le altre cose a mantenere distinti i propri patrimoni e a non rivendicare alcunché in caso di separazione. Rigau dichiara di aver registrato quel matrimonio, contravvenendo agli impegni presi per iscritto nell’accordo del 2006: ai Tribunali il compito di verificarne l’autenticità.
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