Caro direttore, confesso di essere sorpreso dai toni usati nei confronti di Matteo Renzi nel tuo editoriale di ieri, perché rischiano di offuscare il ruolo che la testata che dirigi si stava conquistando come spazio pubblico di discussione per i riformisti liberaldemocratici italiani e per una loro idonea rappresentanza politica in Italia. Con tutta franchezza – se è vero che in generale le dimissioni dalla guida politica di un partito non si annunciano per un domani indefinito, ma ci si dimette e basta – è altrettanto vero che Renzi deve fare i conti con alcuni problemi oggettivi. Primo tra questi, il non disperdere le già esigue e sconfitte forze che a lui fanno riferimento. Problema complesso soprattutto se lo si affianca all’altro annuncio, quello di tenere un congresso straordinario di Italia Viva, ad oggi senza una effettiva deliberazione di merito degli organismi nazionali di quel partito.

Problemi veri. Ma rinchiuderli nell’angolo prospettico dello studio dello psicoterapeuta, che pesa gli ego, non mi sembra che aiuti molto la discussione sui destini di quest’area politica in Italia. Anzi, la declassa a psicologismo. Renzi nella sua intervista ha indicato due possibili soluzioni davanti a Italia Viva e al suo futuro congresso: o si va verso la rifondazione di una Margherita, gamba riformista in un’alleanza di centrosinistra, o si va al rilancio dell’ipotesi di costituzione di un Terzo Polo. E, in un raro momento di personale equilibrio, non anticipa la sua personale soluzione. Oltre quelle indicate da Renzi, possono esserci anche ulteriori ipotesi? Certo, possono esserci altre strade da percorrere, come quella di una Italia Viva o Margherita che si collochi nel centrodestra. Ma occorrerebbero sostenitori di questa ipotesi in grado di animare un trasparente dibattito. Allo stato attuale invece non vedo altri soggetti politici e singole personalità, oltre Italia Viva, in grado di argomentare a favore di nessuna delle ipotesi in campo. Pertanto, in questo frangente, pretendere di silenziare Renzi non mi sembra la soluzione. Così come bisogna con forza pretendere che la politica assolva al suo ruolo senza che abdichi a favore dello psicoterapeuta. Sia che si tratti di Renzi, o di Putin, o di Biden o di Macron.

 

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Caro Ernesto,
ti rispondo con schiettezza, conoscendoti da sempre come militante politico appassionato, a differenza dei troll e dei profili fake che la “bestiolina” di turno sta scatenando in rete:
1) è stato Renzi a dire di voler passare la mano, indicendo per l’autunno un congresso straordinario di Italia Viva. Finora il percorso non è stato neppure avviato, al netto di continue e defatiganti riunioni (raccontate da militanti e dirigenti che vi partecipano) che non cavano un ragno dal buco. Così l’annuncio rimane lettera morta. Io gli ho solo consigliato di essere conseguente con i suoi propositi, per consentire una bella e libera discussione congressuale.

2) Nella sua intervista alla Stampa dell’altro ieri, Renzi ha parlato del destino del suo partito come se si debba scegliere al ristorante una carbonara o una pasta al sugo. Terzo polo centrista o Margherita 2.0? Da soli o in un’alleanza organica finanche con la Schlein? Non è dato sapere, la Sibilla Cumana non emette il suo responso. Un atteggiamento che innanzitutto i militanti di Italia Viva dovrebbero trovare offensivo. A meno che non siano totalmente immersi in un culto della personalità che nel secolo XXI non ha ragion d’essere, neanche nei confronti di un leader politico come Renzi che pure ha stoffa da vendere.

Claudio Velardi

Ernesto Mostardi

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