Di cosa bisogna parlare
L’Europa è una cosa seria, oltre i ‘detto’ per risollevare un gigante economico considerato un nano politico
Oggi “il Riformista” parla di Europa. Altrove leggerete delle ultime convulsioni nei partiti per la formazione delle liste, di quanti “detto” ci sono in ogni circoscrizione, delle proteste degli esclusi, delle alchimie di accoppiate e terne da realizzare per agguantare un seggio: piccole vicende umane che non indignano, fanno tuttalpiù sorridere per la distanza siderale che le separa dalla realtà corposa delle istituzioni europee.
Noi invece parliamo dell’Europa vera. Di un gigante economico che è sempre considerato un nano politico di cui non si conosce il numero di telefono, come pare abbia detto una volta Henry Kissinger. Magari esagerava, ma non c’è dubbio che uno dei più grandi mercati integrati del mondo (450 milioni di persone, il 20% del PIL globale) ancora oggi non ha un livello adeguato di rappresentanza e autorevolezza politica.
E questo è un gran problema, non solo per la competizione crescente tra Usa e Cina che schiaccia il continente dentro la camicia di forza della burocrazia (l’America fa, la Cina copia, l’Europa regola è formula semplificata ma efficace), ma – forse soprattutto – per il fatto che al momento ci ritroviamo con due guerre alle porte di casa e non riusciamo a esercitare un credibile ruolo attivo che vada oltre annunci improvvisati e di sapore propagandistico.
Qualche giorno fa Giuliano Amato – per dire che in ultima analisi è sempre la realtà ad occuparsi di modellare le istituzioni – ricordava, con il suo abituale, freddo realismo, che dopo una drammatica emergenza come il Covid, l’Europa è stata capace di uno scatto di reni con il Next Generation EU. Noi speriamo che non sia una escalation bellica a costringere l’Unione al prossimo passo in avanti. E che si colga, in positivo, l’occasione del voto di giugno per parlare di rafforzamento delle politiche e della governance europea. I nostri eroi scelgano tutti i “detto” che vogliono per drenare voti, poi però in Europa ci vadano a contribuire a scelte che conteranno, in una legislatura che si annuncia decisiva. Di questo bisogna parlare.
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