Un volo di Stato per percorre la breve distanza Napoli-Roma e partecipare così alla votazione finale alla Camera per la conversione in legge del decreto sulle intercettazioni. È la polemica scoppiata sul Guardasigilli grillino Alfonso Bonafede e sull’utilizzo da parte del ministro, lo scorso 27 febbraio, di un Falcon che percorso poco più di 200 chilometri “percorribili in meno di due ore in auto, mezzo che avrebbe fatto risparmiare denaro agli italiani”, accusa il quotidiano ‘Il Tempo’ che ha pubblicato l’inchiesta.
Per il Ministero della Giustizia però il volo sul Falcon è stato “necessario” perché “era in corso alla Camera la votazione finale della conversione in legge del decreto sulle intercettazioni promosso proprio dal ministro”. Bonafede quel giorno aveva partecipato ad un vertice Italia-Francia, lasciato in anticipo alle 18:30 affinché “gli consentisse di essere presente in aula prima del definitivo voto finale sul suo provvedimento previsto da programma dei lavori parlamentari per le 20″, spiegano dal Ministero.
Secondo il quotidiano romano però Bonafede non aveva assistito all’intero vertice “visto che non si è fermato per lo scambio dei documenti protocollari e per l’illustrazione dell’intesa”, mentre alla Camera non gli era stata data la parola. Insomma, per ‘Il Tempo’ la spesa sostenuta per il viaggio sul Falcon non sarebbe stato utile.
Una polemica sulla quale è intervenuto anche Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva, che definisce il caso del volo di Stato di Bonafede “solo l’ultimo di una lunga serie di episodi che confermano le contraddizioni del Movimento 5 stelle al governo”.
Dopo anni di campagne di odio, anche con profili diffamatori, sull’utilizzo dei voli di Stato da parte di premier e ministri, una volta al potere anche i cinque stelle hanno fatto esattamente come i predecessori, il premier Conte viaggia esattamente con lo stesso aereo usato da tutti i presidenti del Consiglio, ed è giusto che, per motivi di sicurezza, di tempo o semplicemente di organizzazione, i membri del governo viaggino sugli aerei di Stato. Ora, però, Bonafede e i cinque stelle dovrebbero chiedere scusa per anni e anni di falsa propaganda che ha solo alimentato rancore sociale”, ha scritto Anzaldi su Twitter.