Il premier libanese Saad Hariri ha annunciato le proprie dimissioni, a seguito di violente proteste che hanno scosso la nazione. Lo ha annunciato in un discorso in tv. La decisione arriva dopo 13 giorni di proteste in tutto il Paese. “Salgo ora al palazzo presidenziale di Baabda per rassegnare le mie dimissioni al presidente della Repubblica Michel Aoun“, ha detto in tv il premier Hariri. “Ho preso questa decisione dopo aver ascoltato le richieste dei manifestanti”, ha aggiunto, affermando che si è trovato in un vicolo cieco. Nel suo discorso alla nazione Hariri si è appellato al popolo perché “mantenga la stabilità e la sicurezza del Paese. I ruoli vanno e vengono, ma la dignità e la sicurezza del Paese sono più importanti”.

Il governo è formato anche dal partito armato filo-iraniano Hezbollah. Oggi i seguaci del movimento sciita e quelli del suo alleato Amal, che ha altri ministri nel governo, hanno attaccato i manifestanti nel centro di Beirut disperdendo la folla di persone. Pochi giorni fa, il 21 ottobre, il premier libanese aveva detto di aver intenzione di far approvare dal consiglio dei ministri il suo piano di riforme economiche come risposta alle proteste popolari in corso da giorni in tutte le città del Paese.

Secondo media di Beirut, fonti governative affermano che Hariri si sarebbe riunito con i ministri per discutere e far approvare il piano di riforme “radicali”. Queste dovrebbero includere tagli netti a una serie di spese come i salari di rappresentanti governativi e diplomatici, i fondi a “consigli di sviluppo” creati nel periodo post-guerra civile (1975-90) e diventati negli anni strumenti di rafforzamento del sistema clientelare. Seguaci dei movimenti sciiti libanesi Hezbollah e Amal hanno oggi attaccato con spranghe e percosse manifestanti e attivisti che da giorni sono radunati su una delle principali strade dei Beirut, vicino alla centrale piazza dei Martiri, epicentro delle proteste popolari in corso da quasi due settimane in tutto il paese. Si registrano feriti. Le forze dell’ordine e l’esercito sono intervenute ma non sono riuscite a proteggere i manifestanti dalla foga degli assalitori. Sia Amal che Hezbollah hanno ministri al governo e dalle piazze del Libano in rivolta si chiede a gran voce la dimissione dell’esecutivo guidato da Saad Hariri.

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