L’apertura del locale nella zona di Tor Vergata, a Roma, gestito da Salvatore Buzzi non piace a tutti. Buzzi, che dopo anni di accuse, condanne, carcere e titoli in prima pagina che per anni lo hanno tormentato, deve affrontare anche le critiche di Don Ciotti.

La critica di Libera

Il presidente nazionale di Libera è sul piede di guerra. Si definisce profondamente preoccupato per un pub che propone un menù con pietanze dai nomi tratti dalla galassia criminale emersa dall’inchiesta, e che, a suo dire, è “un segno evidente di una progressiva banalizzazione e mercificazione del male – ha affermato il presidente di Libera – Siccome estirpare un male è troppo faticoso e mette in discussione assetti di potere più ampi, lo si normalizza, si finge che sia meno grave di quello che è associandolo a beni di consumo come il cibo”. Ma, secondo Don Ciotti, questo “non è purtroppo uno spettacolo nuovo”.

Quello che però sfugge a Don Ciotti è che, dopo anni di persecuzione mediatica e giudiziaria, Buzzi ha deciso di darsi alla ristorazione con spirito ironico. Ma l’ironia non viene sempre compresa. Il pub che sta aprendo a pochi passi dall’Ikea è già sotto i riflettori mediatici per aver battezzato una serie di piatti con nomi di inchieste o nomi di personaggi della mala romana e non solo, diventati noti anche grazie ad una serie di libri e fiction: Mix Buzzi’s burg’r, i panini Gomorra, Suburra, Samurai, Mondo di Mezzo e Agro Pontino o l’hot dog Er Terribile. Piatti intitolati anche al Negro, soprannome di uno dei capi della Banda della Magliana, Franco Giuseppucci, oppure il panino Dandy, in “onore” di Renatino De Pedis, altro boss della banda attiva nella Capitale alla fine degli anni ’70.

Ma Buzzi non si fa intimidire, anzi si sente stimolato dall’attenzione mediatica circa l’apertura del suo pub, per cui è stato sommerso da messaggi positivi, fatta eccezione di quello di Don Ciotti. “Sono contento dell’attenzione dei media alla notizia del mio pub. Perfino Osho mi ha dedicato una vignetta strepitosa”, dice Buzzi all’Adnkronos  E in vista delle eventuali critiche dice: “Dopo quello che mi è accaduto come posso tenerle? E poi le difficoltà mi esaltano”. E sui futuri clienti, Buzzi ha già stilato una lista di chi gusterà i suoi panini. “Per oggi non ho invitato nessuno, ho messo l’annuncio su fb, spero che vengano in molti. Carminati? No, Massimo non l’ho sentito, se viene mi fa piacere. Ma verrà una sera a suonare il mio amico Bobo Craxi”.

“Lo faccio per avere soldi e andare avanti: non ho più una lira”

All’agenzia La Presse, Buzzi ha spiegato che “dopo tutto il casino di ‘Mafia capitale’ per poter lavorare dovevo andare sul privato” e ha raccontato che dietro alla scelta di aprire un pub, anziché un ristorante, c’è solo un motivo di natura economica. “Dopo un anno di gestione, se le entrate saranno positive, acquisteremo il pub. Io ora non ho più una lira, perché i miei soldi sono stati sequestrati, gestiti da amministratori giudiziari”, specifica Buzzi presentando un quadro finanziario ormai grigio.

E sul tema ormai caldo del menù, il neo ristoratore sostiene che “Il menù del pub-paninoteca richiama le vecchie glorie della malavita romana, con i panini di Suburra e del Mondo di Mezzo. Ma  “L’inchiesta è stata alimentata dalla fiction e dai libri di Giancarlo De Cataldo ma era tutto finzione – ha aggiunto – perché non posso scherzarci anche io?”.

Il pub è stato rilevato con alcuni ex soci della cooperativa 29 giugno. “La maggioranza della società ce l’ha mia suocera. La gestione ci costa 500 euro al mese, ce la possiamo permettere. Impieghiamo 3 persone, più un ragazzo per le consegne. Tutti in regola secondo i contratti collettivi”. “Perché faccio tutto questo? – conclude Buzzi – Lo faccio per avere dei redditi e per andare avanti, ma anche per un rilancio della cooperativa 29 giugno, di me come persona e delle persone che lavoreranno con me”

Già ieri il neo ristoratore aveva scaldato gli umori e gli animi di chi da anni gli va contro. Sempre con ironia aveva detto: “In questo locale pagano tutti: amici, parenti e conoscenti, i pubblici ministeri pagano doppio e i giudici triplo. Hanno diritto allo sconto gli ex soci e i dipendenti del gruppo 29 giugno”.

 

Redazione

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