Cos’è un’estate in Liguria.
È soprattutto l’imbarazzo della scelta, in una regione che allo stesso tempo ha il numero più alto di bandiere blu sulle spiagge, la maggior parte dei porti turistici del paese, il santuario dei cetacei, e insieme, questo è meno noto, la percentuale di boschi più alta di Italia rispetto al suo territorio.
E se molti di voi conoscono Genova per l’imbarco dei traghetti, o come primo porto commerciale del paese, basta far andare la memoria ai libri di scuola per ricordarsi che Genova è stata anche la più ricca Repubblica Marinara di Italia. E oggi riscoperta da una vera folla di turisti, impegnati a scoprire una bellezza forse più nascosta, ma non meno affasciante delle più importati città d’arte della penisola.
Seguire la guida turistica sarebbe lungo e in qualche modo fuorviante, troppe le cose da dire o da segnalare.
Meglio, in questa calda notte di agosto seguire le suggestioni. Le suggestioni di una tenera notte, come quelle di Fitzgerald, tra i profumi delle colline che guardano il mare, in quella terra di confine tra Italia e Francia, tra Cap Martin e Capo Mele. La vegetazione mediterranea, il rosmarino, gli ulivi, la lavanda, le cicale di giorno, i grilli la notte. E sotto, le luci di Ventimiglia, Bordighera, Le strade di Sanremo che risuonano della musica del Festival anche quando l’Ariston è chiuso.

Ma le suggestioni cambiano lungo la costa e come in una macchina del tempo ti ritrovi a Laigueglia, dove, in una notte di estate si rievoca, tra spari e spade le scorribande saracene, o alle case di Varigotti, costruite sulla spiaggia come un fortino, per proteggere gli abitanti dai pirati.
E tornando ai nostri tempi, percorrendo quella Aurelia de “Il sorpasso” ma più a nord e in senso inverso, ti puoi fermare ad Alassio, e leggere sul famoso muretto le Miss che partite da lì in una notte di estate, hanno scaldato i sogni di tanti italiani nelle estati successive.
Un muretto che ha fatto la storia degli show della nostra tv, precursore di quelle veline, che proprio a pochi metri, hanno lì il loro inventore e mentore.
L’albergo La Pergola, vecchia villa inglese, tra i giardini più belli di Liguria, cucina da stella Michelin, è infatti il buen ritiro di Antonio Ricci, che ne è proprietario. Niente Gabibbi, ma decine di varianti di glicine dal profumo indimenticabile.
Una gita in bicicletta sul colle del Melogno, una faggeta da “Signore degli Anelli”, un passaggio in spider su Capo Noli, a sbalzo sul mare, che ti fa credere di essere 007 in uno dei famosi inseguimenti in auto, e sei subito a Genova.

Le suggestioni di Genova si perdono nei millenni: camminando per via Garibaldi, tra i palazzi che furono dei Dogi, rivedi il Generale Spinola, allora uomo più ricco del mondo, tanto da prestare soldi alla corona di Spagna. Quello Spinola immortalato da Velasquez nei suoi dipinti sulla guerra delle Fiandre, dove era andato a fare il comandante, da buon genovese, per riprendersi i soldi prestati alla corte di Madrid!
Oppure a pochi passi dalle gigantesche navi da crociera, che oggi fanno di Genova la nostra Miami, puoi immaginare Andrea Doria lasciare il suo palazzo a mare per guidare verso Lepanto le galee Genovesi, ad affrontare la flotta turca in nome della cristianità.
Ma ancora poche centinaia di metri, in una selva di gru ed escavatrici prende forma il nuovo waterfront di Renzo Piano, simbolo della architettura moderna del Mediterraneo.
Per raggiungere il Tigullio io consiglio la litoranea che passa da Recco, la focaccia, Camogli e la sua murata di case, la ruta che si addentra nel Parco di Portofino e poi d’improvviso siete lì, nella Piazzetta più famosa del mondo. E tra le voci di mille nazioni diverse. L’Americano che cerca memoria delle tre lune di miele di Liz Taylor e Richard Burton, tutte allo stesso albergo, il mitico Splendido, il greco di Aristotele Onassis, di Maria Callas, e del suo yacht Christina, che oggi tra i colossi del mare attraccati sembrerebbe una scialuppa.
Il francese di Ranieri di Monaco e la sua moglie attrice Grace Kelly. Ma per i cacciatori di selfie attuali, la piazzetta, anche oggi, riserva infinite gioie…
Se il Tigullio inizia con Portofino, finisce con Sestri Levante e la sua baia del silenzio. E per non contraddire il nome, nelle notti d’estate, migliaia di giovani con una cuffia in testa si radunano lì a ballare, ma una musica che ciascuno sente per sé, nel silenzio appunto della baia.

Le cinque terre, Porto Venere, La Spezia, Lerici. L’emblema del romanticismo, non solo quello degli innamorati nelle notti di mezza estate, ma quello dell’800 e delle sue poesie. Dei suoi miti. C’è una grotta a Portovenere, dove ogni giorno un poeta, morto nei primi moti risorgimentali, ogni giorno si immergeva per attraversare a nuoto il Golfo dì Spezia. O così racconta il mito. Si chiama la grotta di Byron. Visitatela e immaginate la chiesetta di San Pietro ai primi dell’800.
Ma c’è un ultimo posto che incarna la Liguria prima di lasciare spazio all’ampia Versilia ormai a pochi chilometri. Si chiama Montemarcello. Per chi come me ha fatto il giornalista è un posto particolare, perché ci passava le sue vacanze Indro Montanelli. Il mare è lì sotto, ma sotto centinaia di metri… la vista spazia sull’isola Palmaria, sul faro del Tino, sul grande arsenale di Spezia, voluto da Cavour. Se chiudete gli occhi sentirete i profumi con cuoi ho iniziato questo articolo. E partendo per tornare a casa, avrete la certezza di voler tornare in Liguria.