L’impalcatura accusatoria
L’inchiesta Salva Milano, il pregiudizio degli inquirenti e la separazione dei poteri che va a farsi benedire

Dell’inchiesta della procura di Milano che ha portato agli arresti di un funzionario del Comune meneghino, in merito al grande progetto di rigenerazione urbana, colpisce la perfetta tempistica che pare coordinata con l’iter parlamentare del cosiddetto Salva Milano.
Lascia sconcertati l’impalcatura accusatoria che ipotizza forme atipiche di corruzione in assenza di provati scambi di prestazioni illecite. Ma è addirittura surreale il racconto probatorio che criminalizza i contatti politici tra parlamentari e tecnici amministrativi, finalizzati a definire i contorni legislativi della sanatoria.
Vuol dire dare una valenza penalmente rilevante all’attività legislativa in quanto tale, cadendo nella trappola morale di utilizzare frammenti di intercettazioni che, piuttosto che provare la colpevolezza degli indagati, provano il pregiudizio degli inquirenti. Come quella che vede i progettisti dire «non possiamo gettare trent’anni di urbanistica nel cesso».
Perché nel cesso per intanto è finita di sicuro la separazione dei poteri. Speriamo di no, ma potrebbe fare la stessa fine anche il futuro di una grande città.
© Riproduzione riservata