Otto fermi a Miano, colpiti gli eredi dei Lo Russo
L’inflazione della camorra, pizzo sempre più alto ai panettieri: “Teniamo troppi carcerati da mantenere”

Si è presentato lo scorso 5 luglio dai carabinieri perché non riusciva più a sostenere le pretese economiche(7mila euro), del clan che ogni mese aumentavano sempre di più. Una denuncia che ha fatto scattare indagini lampo, già arricchite da precedenti elementi acquisiti, che hanno portato la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli a disporre otto provvedimenti di fermo per estorsione aggravata dalla finalità mafiosa.
Fermi eseguiti da polizia e carabinieri nei confronti di un gruppo emergente di Miano, periferia a nord di Napoli, che sta provando a raccogliere l’eredità lasciata dallo storico clan Lo Russo, smantellato da arresti e l’avvio della collaborazione con la giustizia dei suoi vertici apicali.
Proprio i detenuti sono al centro delle richieste del nuovo gruppo malavitoso, attivo oltre a Miano anche a Chiaiano, Piscinola e Marianella. “Teniamo troppi carcerati da mantenere” la spiegazione fornita ai commercianti per ‘giustificare’ la richiesta di soldi. “Da oggi in poi qua comandiamo noi” hanno chiarito a un panettiere costretto a versare a fine mese una tassa di 3mila euro “per contribuire alle ‘mesate’ per le mogli dei carcerati”.
Richieste sempre più insistenti, che aumentavano di mese in mese, gettando nello sconforto commercianti già debellati dall’aumento generale dei prezzi. Inoltre – così come riporta l’Ansa – alla quota fissa di 5mila euro, al commerciante è stato anche chiesto di aggiungere “…10 centesimi per ogni chilo di pane venduto“, pena la sua estromissione “dal giro del pane” in favore del clan.
I destinatari dei provvedimenti di fermo sono Salvatore Di Vaio, 48 anni, detto “Totore o’ Cavallo”, Cesare Duro, 21 anni, Alessandro Festa, 24 anni, Cosimo Napoleone, 33 anni, Vincenzo Pagliaro, 20 anni, detto “Vincenzo o’ Pagliaro”, Fabio Pecoraro, 26 anni, Giovanni Perfetto, 59 anni, detto ‘o mostr e Raffaele Petriccione, 25 anni, detto Raffaele ‘o pazz.
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