Per parafrasare Shakespeare, dopo lo shock delle rivolte estive, Sir Keir Starmer sta già affrontando un inverno del malcontento. La priorità – come in molti altri paesi europei alle prese con difficili decisioni di Bilancio – riguarda una sfida titanica: bilanciare le aspettative dell’elettorato, disperato e in cerca di sollievo dopo un decennio di austerità Tory, con le dure limitazioni che impone il quadro economico del Regno Unito. Un compito scomodo che spetta a Rachel Reeves, il cancelliere dello Scacchiere.
Fa discutere la decisione del Labour per salvaguardare le finanze pubbliche: limitare il pagamento del sussidio per il combustibile invernale ai pensionati solo a una determinata platea ristretta. Inizialmente poteva sembrare una semplice regolarizzazione della misura, ma ora il governo Labour viene accusato di lasciare congelare gli anziani nelle loro case durante l’inverno. Di fronte alla rivolta interna, la sinistra del partito si è astenuta dal voto in Parlamento. Di recente il primo ministro è stato accusato di essere più duro con i manifestanti britannici che con i criminali immigrati stranieri, e ora si aggiunge anche la furibonda reazione della destra.
L’aumento delle tasse
Inoltre Reeves, riferisce il Financial Times, deve affrontare una sorta di “Whitehall revolt” in vista di ulteriori tagli alla spesa. Invece i dipartimenti dell’amministrazione pubblica ripetono un messaggio: anche rispettare i bilanci imposti dai Tory è impossibile e – per mantenere gli standard dei governi locali, delle prigioni, dei tribunali e dell’istruzione superiore – è necessario più denaro. In questo caso la realtà è chiara: per il suo primo Bilancio, che sarà presentato alla fine di ottobre, Reeves dovrà aumentare le tasse. E questo sarà un problema, considerando che si tratta di un paese che ha già le aliquote fiscali più alte dalla Seconda guerra mondiale.
A tutto ciò si aggiunge la bufera sul “buco nero” nel Bilancio del Regno Unito. Reeves ha provocato l’ira dei conservatori già alla fine di luglio, accusandoli di aver coperto una mancanza di risorse di quasi 22 miliardi di sterline quando erano al governo. La nuova cancelliera del Labour ritiene che il suo predecessore, Jeremy Hunt, abbia “mentito… sullo stato delle finanze pubbliche” e che i dipartimenti governativi abbiano incluso piani di spesa molto più alti di quanto dichiarato pubblicamente.
I dubbi sulla trasparenza
Da allora Reeves punta spesso il dito contro questa spesa eccessiva nel 2024-25, prova evidente di una gestione irresponsabile del Bilancio da parte dei conservatori. La conseguenza? Aumenti fiscali e tagli alla spesa nel Bilancio del prossimo mese. Eppure il Tesoro britannico si rifiuta di fornire dettagli chiave, i funzionari chiedono più tempo per garantire l’accuratezza delle cifre. Una posizione del genere alimenta dubbi sulla trasparenza del governo che, tra l’altro, si rifiuta anche di pubblicare una valutazione dell’impatto sulle novità per i pagamenti del combustibile invernale a 10 milioni di pensionati.
Il risultato delle elezioni di luglio, ora viste come una “valanga senza amore”, entusiasma i vincitori. Ma la Gran Bretagna raramente è stata così divisa; i critici – sia di estrema destra sia di estrema sinistra – erano pronti a criticare aspramente il governo centrista fin dal suo insediamento. Una situazione familiare ad altri centristi europei, in particolare Emmanuel Macron. Dopo appena due mesi in carica il tasso di soddisfazione verso Starmer è precipitato, passando da oltre il 60% a meno del 40%. Bisogna correggere la rotta, e un primo segnale potrebbe arrivare sul Bilancio. Reeves dovrà presentare un piano ben definito di ciò che il Labour intende realizzare: una visione coerente e ambiziosa per la crescita e per gli investimenti nei servizi pubblici, che sappia convincere tutti e non solo gli elettori del Labour, potrebbe aiutare a recuperare terreno. In caso contrario, sarà un lungo e freddo inverno per il nuovo governo britannico.