L’omicidio di Hassan Nasrallah, avvenuto a Beirut il 27 settembre scorso, è stato affrontato dall’opinione pubblica araba in generale, e libanese in particolare, in modo completamente diverso da quello del leader di Hamas, Ismayl Hanyeh, ucciso a Teheran il 31 luglio scorso. In occasione della morte del leader di Hamas erano tutti concordi sulla necessità di una risposta immediata a Israele, risposta che non è arrivata subito da Teheran. Diverso invece è stato l’approccio all’uccisione di Nasrallah. Nei quasi due mesi che sono intercorsi infatti sono stati uccisi una serie di altri alti dirigenti sia di Hamas che di Hezbollah, al punto che con l’operazione del 27 settembre il gruppo dirigente della formazione sciita è stato sterminato.

Omicidio Nasrallah, la profezia dell’imam sciita

Ma a destare maggiori sospetti è stata l’operazione israeliana che ha preceduto l’uccisione di Nasrallah, quella che per due giorni ha visto esplodere i cerca persone e i walkie talkie dei miliziani Hezbollah. È stato questo il campanello d’allarme che ha spinto molti analisti arabi a considerare che a portare il Mossad fino al cuore di Hezbollah ci sia stata la mano di qualche ufficiale delle Guardie rivoluzionarie iraniane.
Il primo a pensarla così è stato Muhammad Ali Al-Husseini, segretario generale del Consiglio islamico arabo, il quale intervenendo durante il programma “L’ora del dialogo” sul canale satellitare Al-Arabiya, è stato profetico ed ha avvertito Nasrallah 48 ore prima del suo imminente assassinio. In un primo momento nessuno gli ha dato ascolto. Si tratta di un imam sciita che è anche cittadino saudita e che parla da un’emittente di proprietà di una società del Regno con sede a Dubai. Le sue parole sono diventate credibili solo dopo che la sua profezia si è avverata.

“L’Iran ha venduto Nasrallah”

Al-Husseini, nella sua intervista televisiva, ha messo in guardia Nasrallah e ha detto che l’Iran lo aveva venduto e che doveva preparare il suo testamento. Ha affermato: “Vi dico di riunirvi, fate il vostro patto e prepara il tuo testamento. Chiunque abbia partecipato ti ha venduto oggi… e se sapessi cosa ha detto l’Iran di te e quali informazioni ha trasmesso. Cosa voleva in cambio della tua testa. Da stasera tu sei diventato il primo obiettivo, e questa non è una minaccia, ma prepara la tua ultima volontà… e quello che è successo nel 2006 era concordato, ma oggi non esiste una politica e gli israeliani distruggeranno tutto”. Successivamente, dopo che l’esercito israeliano ha annunciato l’uccisione di Nasrallah, Al-Husseini, sul suo account personale sulla piattaforma “X” ha scritto: “l’Iran lo ha tradito e lo ha venduto”. Sul suo blog ha poi scritto: “Abbiamo iniziato insieme, abbiamo camminato insieme, abbiamo liberato il sud insieme e abbiamo vinto insieme, ma la lealtà ci ha separato. Sono rimasto con l’arabismo e la nazione, nel leale abbraccio arabo e con la certezza della lealtà araba. Hai seguito la liberazione nell’abbraccio iraniano e hai dato loro assoluta lealtà e cieca obbedienza, e ti sei messo al loro servizio, ma hai fallito, così ti hanno abbandonato e ti hanno scambiato”.

Le “informazioni d’oro” ricevute da Israele

Eppure a sostenere questa tesi non c’è solo un religioso sciita, ma anche la giornalista libanese Dima Sadiq, che era una strenua oppositrice di Nasrallah. Quest’ultima ha accusato l’Iran di “vendere” Nasrallah e ha scritto sul suo account ufficiale sulla piattaforma “X”: “Israele dice che hanno ricevuto informazioni d’oro su dove si trova Nasrallah. C’è solo una spiegazione per quello che è successo: l’Iran ha venduto Hezbollah. L’Iran ha venduto Hassan Nasrallah”. Poche ore dopo il raid sulla periferia sud di Beirut è stato diffuso anche un video sui social di un libanese fedele a Hezbollah, che piange e urla, accusando l’Iran di essere responsabile dell’uccisione del leader sciita e dicendo che l’Iran ha venduto Nasrallah a Israele. Anche l’ex ministro libanese dell’Ambiente e capo del Partito Arabo Tawhid, Wiam Wahhab, ha scritto sul suo account “X” che “le dichiarazioni dell’Iran sono fragili e fanno ridere”.

Le richieste di Hezbollah e i ‘no’ dell’Iran

Secondo il canale televisivo “Al-Arabiya”, già nei giorni delle esplosioni dei cercapersone si è diffusa la notizia di uno scontro tra i membri del partito sciita libanese e i funzionari della Guardia rivoluzionaria iraniana riguardo al mancato intervento di Teheran a sostegno dell’alleato libanese. Questa voce oggi si è trasformata in accuse divenute palesi dopo l’assassinio di Nasrallah. Accuse apparse sui social che sono state accompagnate da una grande rabbia dopo che in molti hanno accusato l’Iran di aver abbandonato il suo alleato più importante. Trova quindi conferma quando apparso sul sito statunitense “Axios” a fine settembre in un rapporto relativo a come Hezbollah avesse esortato l’Iran nelle ultime settimane a lanciare un attacco contro Israele, e che Teheran non fosse d’accordo. Il rapporto affermava all’epoca che i funzionari iraniani avevano informato le loro controparti di Hezbollah che il momento non era opportuno per lanciare un attacco contro Israele perché il presidente iraniano Masoud Pezeshkian era a New York per partecipare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Dal leader iraniano Ali Khamenei al presidente Masoud Pezeshkian, le dichiarazioni diffuse dopo l’uccisione di Nasrallah sono rimaste sotto il tetto della condanna e dell’affermazione che “la resistenza continuerà” e questo è la dimostrazione per gli analisti arabi di come gli Ayatollah abbiano scaricato Nasrallah.

Massimiliano Boccolini

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