Uno degli effetti più significativi del Piano Industria 4.0 varato dal governo Renzi nel 2016 è stato quello di stimolare con una intensità senza precedenti gli investimenti delle imprese italiane in macchinari e mezzi di trasporto. Al punto che nel 2022 il peso di questa voce sul PIL ha raggiunto in Italia un tetto del 7,5% (6,1% il peso dei soli macchinari e delle risorse ICT), cioè una percentuale che ci vede secondi tra le economie del G-7 solo al Giappone e molto davanti a Germania e Stati Uniti. E una delle ragioni più importanti della accresciuta competitività dell’Italia, nonché della grande capacità di recupero della nostra economia dopo la pandemia e dei livelli record raggiunti dal nostro export, sta proprio nell’efficacia del Piano Industria 4.0 e dei suoi riflessi positivi a cascata. Secondo il Trade Performance Index elaborato dall’International Trade Centre, un’agenzia sostenuta dall’UNCTAD e dal WTO, l’Italia è risultata nel 2021 il terzo Paese più competitivo al mondo dopo Germania e Cina sulla base di un’analisi di 14 settori del commercio internazionale. Infatti, il nostro Paese è il più competitivo nell’abbigliamento, è il primo anche nei prodotti in pelle e cuoio; è il secondo per competitività nella meccanica non elettronica e nel tessile; è il terzo nei manufatti di base (tra cui pelli conciate e metalli), è terzo anche nei manufatti diversi e nel settore dei componenti elettrici ed elettronici; è il quarto nei prodotti alimentari trasformati; è il quinto nei prodotti in legno; ed è l’ottavo nella chimica-farmaceutica (ma nella sola industria farmaceutica l’Italia è più avanti). Non solo. L’Italia è il Paese del G-20 con l’export più differenziato in termini di prodotti e, secondo un’analisi della Fondazione Edison, sempre nel 2021 sono stati ben 1.526 i beni manufatti in cui l’Italia si è collocata nei primi cinque posti al mondo per migliore bilancia commerciale con l’estero.
Ma c’è un dato sintetico su tutti che forse più di ogni altro può far capire i progressi che il nostro sistema produttivo ha compiuto negli ultimi anni, grazie anche alla rivoluzione degli investimenti tecnologici avvenuta nel ramificato e dinamico tessuto delle nostre imprese. Nei primi sei mesi del 2023 l’export italiano (345 miliardi di dollari) ha ormai quasi raggiunto quello del Giappone (351 miliardi di dollari), un Paese che è un gigante industriale storico a livello mondiale, con una popolazione doppia di quella italiana. Sembra un risultato incredibile ma è proprio vero. È un dato da memorizzare e da spiegare a coloro che pensano che l’Italia sia un Paese fermo o in declino, agenzie di rating incluse. Uno dei campi in cui l’Italia ha progredito di più sul piano tecnologico, grazie all’impulso del Piano Industria 4.0, è quello della robotizzazione degli impianti produttivi. Nel 2022, secondo gli ultimi dati appena diffusi da “World Robotics”, l’Italia si è collocata al sesto posto
Le nostre fabbriche sono ormai modernissime e competitive, piene di nuove tecnologie, di macchinari avanzatissimi, di robotica e di intelligenza artificiale. Sono pronte per far dialogare le proprie macchine, i propri magazzini, i propri terminali e i propri robot sulle autostrade digitali, sulle banche dati e sulle piattaforme open source di tutto il mondo con altre imprese, con fornitori e clienti, con università e centri di ricerca, con istituzioni di ogni tipo. Sono pronte per esportare perfino di più del Giappone, grazie a uno sforzo di innovazione e di ammodernamento continuo. Peccato, però, che il processo di digitalizzazione nel nostro Paese sia ancora lento ed incompiuto e che su questo fronte il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sia in grave ritardo. Ciò ci penalizza. Perché le fabbriche del made in Italy sono ormai tutte, dalle medio-piccole alle medie fino alle più grandi, come delle Ferrari di Formula1 pronte a scattare ma sono costrette a correre non su una pista scorrevole ed ampia bensì su uno stretto “sterrato” digitale, pieno di buchi e ostacoli. Basti pensare che molti distretti industriali italiani ancora oggi non dispongono nemmeno