Litigi in Italia Viva, rischio scissione dopo la svolta di Renzi? Marattin non ci sta: “Scelga se essere comunità o un singolo con potere assoluto”

Che le elezioni europee sarebbero state importanti, lo si sapeva. La crescita della destra, le infiltrazioni filorusse, le guerre alle porte, con l’Europa in balia degli eventi che doveva decidere quale posizione prendere. Ma soffermandoci sull’Italia, era difficile immaginare il fallimento della lista Stati Uniti d’Europa e tutte le conseguenze che ha scatenato: l’apertura di Matteo Renzi alla sinistra e le discussioni che si fanno sempre più pesanti dentro Italia Viva. Oggi Luigi Marattin ha rincarato la dose, chiedendo di nuovo che il partito centrista possa scegliere la sua linea politica tramite un congresso aperto, e non da scelte di un’Assemblea nazionale i cui membri sono diretta espressione di Renzi.

Litigi in Italia Viva, Marattin non ci sta: una comunità o un singolo con potere assoluto

Il battibecco tra Marattin e l’ex premier va avanti da alcuni giorni a botte di post social, interviste o newsletter. Il deputato di Iv oggi con un intervento su La Stampa ha parlato di nuovo della svolta decisa da Renzi per portare il partito in maniera organica nel centrosinistra, con il Pd di Elly Schlein, il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte e Avs di Bonelli e Fratoianni. “Non vedo come la storia di Iv possa convivere con chi vuole la patrimoniale, abolire il Jobs act, odia la meritocrazia, vede la spesa pubblica come soluzione di tutti i mali, è giustizialista e ha dubbi sulla collocazione atlantica. Non sono dettagli ma abissi culturali che nessuna speranza su qualche ‘collegio buono’ può colmare”, ha sottolineato Marattin.

Sulla questione del congresso, il deputato la pensa chiaramente: “Renzi fu eletto su una piattaforma convintamente terzopolista. Per cambiare linea occorre quindi un altro congresso perché è giusto chiamare tutta la comunità di Iv a decidere sul proprio futuro. Maria Elena Boschi è convinta che la stragrande maggioranza della base sia con loro. Se è così allora perché non fare il congresso? L’ha proposto proprio Renzi prima di cambiare idea”. E in effetti fu l’ex premier dopo le elezioni ad annunciare che avrebbe chiesto di aprire un congresso dopo la sconfitta.

Marattin e il rapporto con Renzi e Italia Viva

Alla domanda delle domande, e cioè: ‘Renzi deve fare un passo di lato?’, Marattin è franco e fa una riflessione anche sul futuro di Italia Viva: “Io non dico a nessuno cosa fare, tanto meno a un gigante come Matteo, che continuo a stimare. Ma è evidente che Italia Viva deve scegliere se essere una comunità politica con un leader ma che discute e decide insieme, oppure un luogo in cui un singolo ha potere assoluto e se non obbedisci sei un traditore da aggredire sui social. Nel primo caso ci sono, senza chiedere niente a nessuno. Nel secondo no, perché credo che in quel caso non parliamo di politica ma di altro”. Infatti, negli ultimi giorni sui social si rincorrono i commenti della cerchia renziana che dipingono Marattin come un traditore per essere andato contro il leader e per avere un’idea diversa riguardo il posizionamento di Iv.

Marattin: il Terzo Polo era la strada giusta

Il deputato di Iv, insieme a Enrico Costa di Azione, ha lanciato un appello per la creazione di un partito unico liberal democratico, in stile Terzo Polo, per provare di nuovo a dare una casa a chi non si sente di appartenere né alla destra né a questa sinistra. Per Marattin “il terzo polo del 2022 era la strada giusta, ma poi è stato sabotato dagli errori di Calenda e dalla mancata volontà di abbandonare davvero i due piccoli partiti personali per farne uno stabile, forte e contendibile. Al momento i due poli – diversamente dal bipolarismo di inizio secolo – sono schiacciati sui rispettivi populismi: quello sindacal grillino a sinistra e quello sovranista a destra, e fanno a gara a chi la spara più grossa”.

Italia Viva, rischio scissione?

Ancora non se ne parla, ma lo spauracchio di una nuova fuoriuscita di elementi da Italia Viva, se non proprio di una scissione, sembra avvicinarsi. Tra la linea di Renzi e quella di Marattin, diversi esponenti di peso del partito – come Raffaella Paita e Boschi – hanno preso posizione a favore del primo. Con Marattin finora non si è schierato nessuno dei dirigenti, ma sui social molti militanti stanno apprezzando il tentativo del deputato di rimanere autonomo e di non volersi apparentare a sinistra con il Pd e soprattutto con il M5s. Da discussioni interne, sale della democrazia anche nei partiti, potrebbero diventare esterne, se Marattin decidesse di rafforzare l’asse con Enrico Costa e prendere un’altra strada. Specie se la decisione segnata da Renzi per Italia Viva non passerà per un congresso.