Lo spoils system del nuovo governo Meloni fa infuriare anche i vescovi. Colpa della decisione presa dall’esecutivo di nominare un nuovo commissario alla ricostruzione per le aree del Centro Italia colpite dal devastante terremoto del 2016.
Via Giovanni Legnini, a lungo parlamentare per i Ds prima e il PD poi, per quattro anni anche vicepresidente del Csm, il Consiglio superiore della magistratura, dentro Guido Castelli, senatore di Fratelli d’Italia, sindaco di Ascoli dal 2009 al 2019 e poi assessore regionale alla Ricostruzione.
Un cambio di guardia che ha provocato ovvie critiche dalle opposizioni, col leader Dem Enrico Letta che ne fa appunto una questione meramente politica, e non di giudizio sull’operato di Legnini in questi anni.
“Che brutto segnale lo spoils system del governo applicato alla gestione del terremoto. Un grazie sincero a Giovanni Legnini per la dedizione, l’efficienza e il piglio istituzionale con cui in tutti questi anni ha gestito una così delicata vicenda”, le parole del segretario dei democratici.
Ma paradossalmente le parole più dure arrivano dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo: “La non riconferma di Legnini è uno schiaffo alle popolazioni terremotate”, che descrive Legnini come “una persona seria e capace” e definisce l’operazione targata Meloni “figlia di una politica scellerata e di basso livello che passa sopra le teste della gente”.
Sono gli stessi esponenti di Fratelli d’Italia a dover ammettere la bontà dell’operato di Legnini: “Insieme con Legnini abbiamo lavorato bene e ottenuto risultati. Sono certo che lavoreremo altrettanto bene e in perfetta continuità con Castelli”, cerca di ricucire lo strappo il presidente della Regione Abruzzo, il meloniano Marco Marsilio.
Legnini, dal 2020 commissario straordinario per la ricostruzione delle aree colpite dal terremoto del Centro Italia, dunque ben 4 anni dopo il sisma, ha dato uno sprint importante ai lavori: i cantieri aperti erano poche decine, soffocati anche da una ‘giungla burocratica’.
Ora l’ex parlamentare Dem continuerà il suo lavoro come commissario per la ricostruzione di Ischia, l’isola del golfo di Napoli colpita dal terremoto del 2017. “Porterò con me a Ischia – dice Legnini – l’esperienza avuta in una delle sfide più difficili degli ultimi decenni”.
Cambi anche all’Aifa
Ma quella di Legnini non è l’unica poltrona a saltare. Lo spoil system sarà applicato all’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Il direttore generale Nicola Magrini, come spiega l’Ansa, ha ha ricevuto una lettera dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, per la conclusione del suo incarico.
Magrini, incaricato dall’ex ministro Roberto Speranza il 2 marzo del 2020 e che dunque ha attraversato quasi tutta la fase della pandemia, proseguirà nel suo attuale incarico ai fini della gestione ordinaria dell’Aifa fino al 23 gennaio.
Solo nei prossimi giorni Schillaci, sentite la Regioni, indicherà il nome di chi prenderà il suo posto in via temporanea. Come spiega infatti Repubblica, il successore di Magrini sarà un commissario esterno, visto che il ruolo di direttore generale è destinato a scomparire nell’ambito di una prossima riforma generale dell’Aifa promessa dalla destra. La nuova Agenzia non prevedrà più quella figura ma solo il presidente e il consiglio di amministrazione: così, osservano in molti, l’Agenzia sarà meno indipendente dalla politica e proprio a questo avrebbe mirato la maggioranza..