Il piano della Regione Lombardia
Lo Stato spione ai tempi del Coronavirus: controlli sui telefoni per scovare i movimenti

Già in ‘overdose’ di intercettazioni e trojan, in Italia anche l’emergenza Coronavirus è un buon motivo per continuare nella lunga scia di controlli da ‘stato di polizia’ sui telefoni. Ad ammetterlo è la Regione Lombardia, che ha spiegato come in questi giorni sta controllando gli spostamenti dei cittadini tramite gli smartphone.
L’assessore al Welfare Giulio Gallera ha infatti precisato che la Regione ha ottenuto dai “grandi operatori della telefonia” gli spostamenti “da cella a cella” dei cittadini lombardi. Dall’analisi sarebbe emerso che “ancora oggi a Milano il 40% delle persone si muove. Sicuramente c’è chi va a lavorare, ma c’è anche tanta gente che ancora esce. Lo dobbiamo capire tutti, questa battaglia la vinciamo se stiamo in casa. Dobbiamo essere più forti di questo virus e rimanere in casa per non contagiare né essere contagiati”, ha spiegato Gallera.
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— Regione Lombardia (@RegLombardia) March 17, 2020
Sulla stessa posizione anche il vicepresidente della Regione Lombardia, Fabrizio Sala, che in una conferenza ha mostrato il grafico che rappresenta il movimento-spostamento della popolazione. Anche Sala ha commentato spiegando che “siamo purtroppo poco sopra al 40%” di persone che si spostano e che “tra l’altro la percentuale è in aumento”. “I movimenti registrati sono quelli che hanno cambiato cella telefonica, quindi si sono spostati per più di 300 metri”.
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