L'ex deputato repubblicano Matt Shea
Lo strano caso del “pifferaio nero” Matt Shea: “62 bimbi di un orfanotrofio di Mariupol in un albergo in Polonia”

62 bambini di Mariupol presi e portati in Polonia, in un piccolo paese, tenuti in un albergo per conto di un uomo statunitense, un ex deputato repubblicano, ultra-cattolico, accusato di terrorismo e tentata insurrezione. Il caso è quello di Matt Shea, soprannominato da alcuni media come “il pifferaio nero”, raccontato dal quotidiano statunitense The Seattle Times. Il sindaco del paesino di poco più di tremila abitanti, nei pressi di Lublino, Artur Pomianowski, ha visitato i bambini e assicurato che stanno bene. Ha però aggiunto di non avere idea di cosa “Shea e i suoi amici stiano facendo da queste parti”. Non è chiaro come i bambini siano arrivati in contatto con l’ex deputato.
Oltre ai bambini ci sarebbero anche due accompagnatori adulti della struttura ucraina. Sul caso è stata aperta un’indagine. I bambini non potranno lasciare Kazimierz Dolny prima che l’inchiesta non sarà finita. L’uomo non risulta essere affidabile secondo le autorità intervistate dal quotidiano. Non risponde ai media mainstream. A uno show televisivo locale, Idz Pod Prad, ha detto di lavorare per conto di un’organizzazione chiamata Famiglie e Case Amorevoli per Orfani con sede in Texas. “È un’organizzazione di accoglienza che ospita orfani ucraini in America con famiglie ucraine con l’intento che alla fine ciò si chiuda con l’adozione”, ha detto Shea nello show in cui è apparso spalleggiato dal prete cattolico oltranzista e complottista Pawel Chojewskj.
L’organizzazione ha un sito che non risulta funzionante e non risulta registrata come un’agenzia di adozioni nel dipartimento di Salute e Servizi ai cittadini del Dipartimento. Il gruppo, inoltre, non è registrato presso l’Intercountry Adoption Accreditation and Maintenance Entity, che sovrintende alle agenzie americane coinvolte nell’adozione internazionale. Un gruppo senza scopo di lucro chiamato Loving Families and Homes for Orphans è stato registrato in Florida solo un mese fa allo scopo di “fornire case e famiglie amorevoli e premurose agli orfani di altri paesi per un breve periodo di tempo”. Quest’ultima organizzazione però non ha commentato la notizia. In una dichiarazione pubblicata su Facebook da Dom Dzienikarza, la pensione dei giornalisti dove alloggiano i bambini, ha riportato che Loving Families and Homes for Orphans è un’organizzazione cristiana con sede in Texas e che Sipko è il direttore.
L’uomo starebbe provando a facilitare l’adozione dei bambini negli Stati Uniti in un momento in cui “le agenzie internazionali affermano che, con il caos e la confusione della guerra, questo non è il momento appropriato. E la presenza di Shea, e la mancanza di informazioni sul gruppo americano di cui farebbe parte, ha sollevato preoccupazioni tra alcuni residenti di Kazimierz Dolny, la piccola città polacca dove i bambini alloggiano in un hotel-pensione”, si legge sul quotidiano americano. I bambini, a quanto risulta sarebbero stati recuperati da un orfanotrofio a Mariupol, la città-martire della guerra in Ucraina, assediata da giorni dai russi, dove secondo le autorità locali circa il 90% degli edifici è andato distrutto.
Shea è avvocato, in passato pastore della Covenant Church di Spokane e fondatore della congregazione On Fire Ministries, è stato eletto alla Camera per 12 anni. Ha rappresentato la Spokane Valley. Al 2020 non si è ricandidato. Indagato dall’Fbi nel 2018 per terrorismo, tentata insurrezione e incitazione alla violenza contro le minoranze, secondo un rapporto della Camera avrebbe partecipato alla pianificazione dell’assalto armato al Malheur National Wildlife Refuge. Scrive inoltre opuscoli in cui invita a sterminare i non cristiani e vorrebbe creare un 51esimo Stato nella parte orientale di Washington. La moglie Viktoriya è nata in Ucraina.
A Weronika Ziamicka, portavoce del sindaco di Kazimierz Dolny, che voleva spiegazioni sulla sua inquietante presenza in Polonia, ha chiesto i documenti e detto di farsi gli affari suoi. E in più aggiunto che il sindaco era al corrente e d’accordo su tutto. “So che non è così perché era stato il sindaco a chiedermi di andare da lui”, ha ribadito al quotidiano la portavoce. Un volontario locale ha detto di aver cercato documentazione a supporto delle dichiarazioni del gruppo di Shea ma di non aver trovato nulla.
Il Consiglio nazionale delle adozioni sconsiglia ufficialmente agli americani di fare domanda per bimbi ucraini in questo drammatico momento. “È fondamentale che l’identità dei bambini e dei loro genitori sia chiarita senza ombre dalle autorità governative”, ha dettato il Dipartimento. In un momento caotico come quello che riguarda attualmente la crisi in Ucraina, non è facile stabilire quali bambini siano davvero orfani e quali davvero idonei all’adozione.
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