I record, in fondo, sono fatti per essere superati. La vittoria numero 24 di Federica Brignone, in questo senso, ne è la dimostrazione plastica, con l’avvenuto affiancamento a una vera e propria leggenda dello sci italiano e mondiale che risponde al nome di Gustav Thöni e la sensazione che l’aostana classe 1990 di cose da dire ne abbia davvero ancora molte. In Val d’Isere, Brignone ce l’ha messa davvero tutta per chiudere in testa il SuperG. L’ha detto lei stessa, a fine gara, con quell’ “attaccare al massimo” indicato come unica ricetta utilizzata durante il percorso e la serenità d’una atleta che ha utilizzato i suoi sci quasi fossero pennelli pronti a ripassare il tracciato disegnato sui pendii d’Oltralpe.

Il capolavoro di Federica

Se non esiste perfezione fatta e finita, tutto ciò ci si è però avvicinato molto, un quadro dipinto nei minimi dettagli da quella che non si scopre certo adesso essere un’artista della neve e che per l’atleta azzurra rappresenta la terza chicca della stagione 2023-2024 dopo la doppietta ottenuta un paio di settimane fa a Mont-Tremblant. Tris d’assi per lei, insomma, in questo mese di dicembre, con il successo numero nove di specialità a impreziosire un palmares che nessuno vuole si fermi sul più bello. Di accontentarsi, del resto, Brignone non ne ha alcuna voglia. Non sono certo i 33 anni suonati a farla desistere dal desiderio di crescere ulteriormente, con quell’intendimento ben riassunto dalla frase “Già dalla prossima gara dovrò migliorarmi ancora” che testimonia la mentalità sempre in movimento della sciatrice italiana più vincente di tutti i tempi. Quale possa essere il prossimo obiettivo è facile da intuire: affrontare a mille la prima gara utile del calendario bianco e puntare al massimo risultato possibile senza fare calcoli, tantomeno valutazioni allargate al di fuori di quelle che riguardano strettamente il prossimo capitolo del racconto della sua storia sportiva.

Il cammino di Sofia

Accanto a lei, sul terzo gradino del podio, è salita anche Sofia Goggia. Dopo il quarto posto in discesa, ecco dunque arrivare una medaglia di bronzo che comunque la si guardi l’ha confermata più che mai al centro della scena tra le più forti della velocità. La sciatrice di Bergamo s’è infilata nel trio di testa anche nel SuperG, mantenendo in questo modo il pettorale rosso della specialità assieme a quello che già era tornata a indossare nella discesa. Goggia, in questo senso, si difende assai bene, pronta a far volare sulla neve i suoi sci per inseguire la sua compagna-rivale in tuta azzurra. Se Brignone di vittorie complessive in Coppa del mondo ne ha ottenute 24, la quattro volte vincitrice della Coppa del mondo di discesa insegue a 23 successi, un ticket da far invidia a buona parte delle altre nazioni che, di sicuro, non mancherà di regalare ulteriori soddisfazioni a chi segue le evoluzioni del circo bianco. Se Goggia è al momento prima nelle classifiche di Discesa e SuperG, Brignone non soltanto è seconda in Gigante e SuperG, ma occupa anche la momentanea piazza d’onore nella generale alle spalle dell’americana Mikaela Shiffrin, con Goggia in quarta piazza alle spalle della svizzera Lara Gut-Behrami. Non è un caso, del resto, che la sciatrice aostana sia stata anche la prima italiana a vincere la generale nel 2020.

Dominik fa 22

In ambito maschile, l’ultimo fine settimana ha portato in dote la vittoria numero 22 di Dominik Paris. In Val Gardena, lo sciatore di Merano non ha infatti avuto rivali e, con una discesa che dir maiuscola non fa difetto, ha sbaragliato la concorrenza, allontanando in un sol colpo tutti i pensieri creati da un recente passato nel quale non ha probabilmente raccolto quanto le sue qualità gli avrebbero dovuto consentire di fare. Sulla Saslong è andata in scena una gara pressoché perfetta, evocando in questo modo il successo colto sulla medesima pista da Kristian Ghedina in un 2001 ormai consegnato alle memorie degli appassionati.