Le catene della magistratura
Lo strapotere delle correnti è salvo, sorteggio e rotazione per fermarle
“La morsa delle correnti che ha stritolato il Consiglio superiore della magistratura”. Chi lo dice? I soliti giornali inguardabili dell’ultra destra? Lo dice Il Riformista? Lo dice il solito Andrea Mirenda? No! Lo diceva ieri, con lunghissimo e ragionato intervento, il pacatissimo, tecnicissimo, felpatissimo Sole24ore. E si vede che proprio non poteva farne più a meno…
Ora, a me pare chiaro che gli uomini delle correnti stiano mandando la magistratura in frantumi. Sono oramai convinto che costoro, da sempre seduti come superstar nei salotti buoni di certi partiti e dei consueti giornali di regime, partecipino attivamente a un progetto politico di delegittimazione dell’indipendenza della magistratura, finalizzato – attraverso l’incessante degrado – a creare lo spazio morale, il terreno, che giustifichi controriforme volte a incrementare le leve, peraltro già presenti, della gerarchizzazione dei magistrati. Un progetto che vedrà costoro restare sempre in sella perché i nuovi gerarchi continueranno a nominarli loro, come già accade (Luca Palamara docet…).
Del resto il nulla pneumatico del progetto Cartabia ne è il miglior esempio: dopo lo scandalo assoluto che ha travolto il correntismo mercimonioso e infangato le toghe, la splendida ministra della Giustizia nulla ha fatto e ancor meno proposto per tagliare le unghie alla correntocrazia. Con l’ovvio plauso di Giuseppe Santalucia (presidente dell’Associazione nazionale magistrati) e in attesa della lieta Epifania… Riflettiamoci! Se interesse dei cittadini è salvare la Magistratura affinché resti libera e indipendente anche di fronte ai poteri forti, abbiamo il dovere morale di fermare costoro e il loro piano, chiedendo due riforme ineludibili, le sole capaci di restituire dignità e legittimazione alla toga: sorteggio e rotazione. In mancanza, la via del declino burocratico è già scritto. Con grave minaccia per la società civile…
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