Respinta la chiusura totale richiesta da Ricciardi e Crisanti
Lockdown bocciato, Spallanzani e Cotugno: “Serve responsabilità, basta psicosi su varianti”
Da una parte gli accademici, dall’altra i direttori delle strutture ospedaliere di riferimento per l’emergenza coronavirus: lo Spallanzani a Roma e il Cotugno a Napoli.
Sulla polemica relativa al “lockdown immediato” chiesto da Walter Ricciardi, consulente ministro della Salute, e da Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova e fautore di quello che era stato definito il “modello Veneto” nella prima ondata del marzo 2020, intervengono con idee diverse Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani, e Maurizio Di Mauro, direttore dell’Azienda ospedaliera dei Colli che comprende Cotugno (centro di riferimento regionale per l’emergenza covid-19), il Monaldi e il Cto.
Per Vaia un “lockdown totale non serve. Non si tratta di aggravare le misure, ma applicare con severità le misure che abbiamo. Bastano – prosegue nel suo intervento a RaiNews24, lockdown chirurgici laddove se ne verifichi la necessità”. Poi l’appello ai cittadini: “Applichiamo con severità ancora le regole così guadagniamo spazi di libertà. Non ci fate più vedere scene di assembramenti”.
Il direttore sanitario dello Spallanzani rivolge poi un invito alla politica a non strumentalizzare le varianti. “Sono un problema che deve destare molta attenzione ma non deve destare panico. Siamo contrari a che si creino delle psicosi di massa” ha sottolineato Vaia ribadendo il concetto espresso nelle scorse ore sui social: “Voglio dire un no netto e chiaro all’utilizzo delle varianti come ‘clava politica‘. La scienza sia sempre libera da interessi economici e politici”.
Variante inglese, il report dell’Iss: “A breve dominante in Italia, ora è al 17,8%”
La raccomandazione di Vaia è rivolta a “non creare una psicosi di massa” perché “la variante inglese può crescere e probabilmente soprattutto nelle fasce ancora più giovani” ma “allo stato degli atti queste varianti possono essere coperte dai vaccini a nostra disposizione. Io mi preoccuperei molto di più della campagna vaccinale“.
Lockdown bocciato anche da Maurizio Di Mauro, direttore dell’Azienda ospedaliera dei Colli. “Un lockdown significa fermare di nuovo tutte le attività e questa parziale ripresa economica, dall’altra parte c’è un incremento dei contagi con una recrudescenza della patologia” ha dichiarato nel corso della trasmissione “Barba e capelli” condotta da Corrado Gabriele su Radio Crc Targato Italia. “Sono un po’ stanco di andare dietro a questi diktat – prosegue – perché ci deve essere senso di responsabilità dei cittadini. Purtroppo c’è uno scarsissimo controllo e nonostante ordinanza del presidente De Luca, le strade sono piene di persone. Speriamo di evitare la chiusura, gli ospedali non sono in una situazione critica ma siamo pronti a fronteggiare questa eventualità”.
Sulla pressione ospedaliera Di Mauro chiarisce: “Gli ospedali reggono all’impatto e ai numeri nonostante la pressione del pronto soccorso: abbiamo posti in terapia intensiva e nonostante la subintensiva piena di casi complessi. Con la Protezione Civile abbiamo dovuto proteggere operatori e degenti, reggiamo bene e siamo pronti a continuare questa battaglia“.
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