Il caso del Ministro scaricato anche dalla Lega
Lollobrigida, il Frecciarossa in ritardo, il “no” del capotreno e le telefonate ‘in paradiso’: giallo sulle 207 fermate straordinarie

Il ritardo accumulato dal Frecciarossa, la richiesta al capotreno di effettuare una fermata straordinaria, il “no” di quest’ultimo e le telefonate ai vertici di Trenitalia che alla fine acconsentono alla richiesta del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e ordinano lo stop del Frecciarossa 9519 Torino-Salerno alla stazione di Ciampino (pochi minuti dopo la partenza da Roma Termini). Continuano ad emergere ulteriori particolari sulla vicenda che ha visto coinvolto il cognato della premier Giorgia Meloni lunedì scorso, 20 novembre. La vicenda, anticipata dal Fatto Quotidiano, ha scatenato una vera e propria bufera politica nei confronti del ministro. Non solo le opposizioni, con Italia Viva di Matteo Renzi che studia una mozione di sfiducia da presentare in Parlamento, ma anche tra le fila della maggioranza ci sono state critiche e prese di distanze dall’iniziativa di Lollobrigida.
La Lega di Matteo Salvini, competente nel merito in quanto a capo del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, si smarca con il capogruppo in Senato Massimiliano Romeo che ha sottolineato che Lollobrigida avrebbe dovuto “evitare” di fare quello che ha fatto. Stando a quanto ricostruito da Repubblica e La Stampa, dopo il “no” del capotreno alla richiesta del Ministro, che continua a ripetere di aver “chiesto una cosa come qualsiasi altro cittadino”, la segreteria di Lollobrigida contatta i vertici di Trenitalia, telefonando alla segreteria dell’Amministratore delegato Luigi Corradi (confermato nel suo ruolo lo scorso maggio). Un’altra telefonata sarebbe stata fatta anche a Valeria Giovanna Venuto, responsabile Affari istituzionali del Polo Passeggeri di Fs ed ex segretaria particolare di Ignazio La Russa, diventata dirigente con la conferma di Corradi ad Ad di Trenitalia.
Dopo le due telefonate, la situazione si sblocca, il Frecciarossa si ferma in via straordinaria a Ciampino, Lollobrigida scende dal treno, sale sull’auto blu e arriva con circa 15 min di anticipo al parco Verde di Caivano dove era in programma l’inaugurazione di uno spazio dedicato ai bambini. Il giorno dopo, in seguito al polverone sollevato dall’articolo pubblicato da Il Fatto Quotidiano, Trenitalia in una nota assai ambigua, prova a giustificare l’accaduto parlando dei famosi “207 casi di fermate straordinarie per coincidenza/riprotezione dei clienti derivanti da gestione anormalità o circolazione perturbata. Le fermate straordinarie sono valutate in funzione ai tempi di arrivo alla prima località di servizio utile e in relazione alla fermata per servizio commerciale”. Le 207 fermate in questione al momento sono ignote perché Trenitalia non ha fornito una lista da poter consultare e verificare.
Una giustificazione che di fatto consentirà a tutti di chiedere al capotreno di turno fermate straordinarie in caso di ritardi che l’alta velocità di Trenitalia, purtroppo, garantisce quasi tutte le settimane, così come più volte denunciato dai pendolari al Riformista. Lollobrigida ieri aveva ribadito di non essere intenzionato ad alcun passo indietro. “Non mi dimetto” e “non c’è nessun caso. Quella discesa dal treno non era per andare in vacanza o andare a trovare la mia famiglia, ma per andare a fare il lavoro”.
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