Il delitto di Monteveglio
L’omicidio di Chiara, il giudice sul killer 16enne: “Senza scrupoli e freni inibitori, era capace di intendere”
È stato convalidato il fermo del 16enne accusato dell’omicidio di Chiara Gualzetti, la ragazza di 15 anni trovata morta lunedì pomeriggio a Monteveglio (Bologna), a poche centinaia di metri da casa sua. L’amico aveva confessato l’omicidio il giorno seguente.
Il giovane, ascoltato ieri nel corso dell’interrogatorio di garanzia al Tribunale dei minorenni del capoluogo emiliano-romagnolo, resterà quindi nel carcere minorile della città. Ieri sera, nel paese del bolognese, il lutto cittadino è una fiaccolata hanno ricordato l’adolescente. L’autopsia sul corpo della giovane è prevista per domani.
Il gip del tribunale per i minorenni di Bologna, Luigi Martello, nell’ordinanza di convalida del fermo, usa parola durissime nei confronti del giovane accusato dell’omicidio: il giudice rimarca la “mancanza di scrupoli, di freni inibitori, di motivazioni e segnali di resipiscenza” come emerge “dal tenore dei messaggi vocali inviati a un’amica subito dopo i fatti”. Nell’ordinanza del gip si fa particolare riferimento ad alcuni messaggi vocali “dal tenore inequivoco” inviati dal 16enne ad un’altra amica “cui raccontava quello che aveva commesso”.
Il giudice del tribunale per i minorenni di Bologna nell’ordinanza di convalida del fermo scrive inoltre che “al momento” il 16enne “appare capace di intendere e di volere” soprattutto rispetto “a un reato il cui concetto illecito è di immediata percezione”, anche nel caso di “eventuali problemi psicologici, quali in effetti e precedentemente ai fatti già occasionalmente emersi”.
Il gip Martello parla ancora di “vita regolare costantemente condotta” di “ambiente familiare sostanzialmente adeguato”, “studi positivamente frequentati” e dei “lucidi e freddi tentativi di nascondere le tracce del delitto e di negare le responsabilità”.
A spingere per la conferma del fermo in carcere anche la “estrema violenza e determinazione” e soprattutto “incapacità di autocontrollo”, elementi che a parere del gip rendono il giovane capace di reiterare il reato. Nell’ordinanza c’è spazio anche per una ricostruzione dell’omicidio: il gip evidenzia “l’estrema violenza e determinazione dimostrate durante tutto il corso dell’aggressione, che ha avuto una durata significativa e ha visto il giovane colpire ripetutamente con coltellate al collo, al petto e alla gola la vittima e infine colpirla anche con calci”. Altro punto che ha spinto il gip a confermare la misura è il pericolo di fuga del 16enne perché inizialmente l’indagato” ha tentato di depistare, negando ogni responsabilità, dicendo che la ragazza aveva un successivo appuntamento con un altro giovane, nascondendo i vestiti, lavando le scarpe sporche di sangue e il coltello, cancellando immagini e messaggi dal cellulare. Il sedicenne si è poi deciso ad ammettere di aver ucciso l’amica solo a fronte di elementi di accusa di eccezionale rilevanza”.
L’ABBRACCIO E LE VISITE PSICHIATRICHE – Quanto all’inchiesta, il Tg1 ha mostrato oggi le immagini di Chiara e del 16enne attualmente accusato dell’omicidio, che si abbracciano domenica mattina davanti casa della ragazza a Monteveglio. I due sono ripresi da una telecamera di sorveglianza, che mostra così l’incontro tra i due amici: ad un certo punto Chiara fa ritorno a casa, probabilmente per dire ai genitori che tornerà presto, quindi esce dall’inquadratura della telecamera assieme all’amico.
Come riporta l’Ansa, secondo quanto ricostruito dai carabinieri il 16enne fermato per l’omicidio di Chiara aveva manifestato nell’ultimo periodo segnali di disagio, tanto da spingere la famiglia a farlo seguire da uno psicologo, il quale a propria volta, dopo averlo incontrato, aveva suggerito di rivolgersi a uno specialista.
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