L'appuntamento
L’Ora del Riformista – Congresso di Fiuggi e Fini, 30 anni dopo: “Meloni è figlia di quella svolta storica”
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«La svolta di Fiuggi ha segnato il passaggio dalla destra anti-sistema alla destra di governo». È questa la versione di tutti gli ospiti dell’ultimo appuntamento de L’ora del Riformista, il talk di approfondimento del nostro giornale sui maggiori temi di politica italiana e internazionale.
Al panel – dal titolo A trent’anni da Fiuggi, moderato da Aldo Torchiaro – hanno partecipato il direttore Claudio Velardi, Annalisa Terranova (giornalista di Libero), Fabio Torriero (docente della Lumsa), Pierluigi Biondi (sindaco de L’Aquila di Fratelli d’Italia), Fabrizio Tatarella (vicepresidente della Fondazione dedicata a suo zio Pinuccio) e Francesco Giubilei (presidente di Nazione Futura e direttore scientifico della Fondazione Alleanza Nazionale).
Per Velardi, il congresso di Fiuggi ha certamente gettato le basi per quella che poi è stata l’affermazione di Giorgia Meloni come capo dell’esecutivo, ma bisogna fare attenzione a non cadere nella retorica passatista: una volta celebrato l’anniversario, bisogna metabolizzare e guardare al futuro. Sulla scia del direttore anche Terranova: «Meloni è riuscita a mettere in continuità le storie del Movimento sociale, di Alleanza Nazionale e di Fratelli d’Italia. Prima invece erano in contrapposizione. Negli anni ‘90 si credeva che l’arrivo di AN fosse la morte del Msi. Invece no: AN e FdI hanno conservato dei valori storici del proprio antenato, e cioè la militanza e il senso di comunità».
Qual è stata la chiave del successo di Alleanza Nazionale lo ha spiegato Torriero: «La destra è stata premiata nel passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica – per opera dell’inchiesta Mani Pulite, ndr – perché il Movimento sociale è stato l’unico partito non coinvolto dalla corruzione. Quella alla corruzione è sempre stata una battaglia del partito». «Siamo tutti figli di quella svolta – ha detto Biondi – Non dobbiamo pensare a Fiuggi come uno strappo, ma come la conseguenza di un cambiamento culturale che stava avvenendo. Basti pensare che nelle nostre camere non c’erano più i poster di Gentile ma quelli di Borsellino». Il sindaco ha precisato inoltre come FdI abbia più coraggio di AN: la sua fuoriuscita dal Popolo delle Libertà di Berlusconi è stata, a suo giudizio, l’unico caso di scissione interna alla destra riuscita con successo.
Se a livello regionale c’erano già stati amministrazioni di cui faceva parte anche il Msi, a livello nazionale la destra andò al governo soltanto in concomitanza della nascita di AN. L’ideologo di quella evoluzione fu Pinuccio Tatarella, come ricordato durante il talk da suo nipote Fabrizio: «Quell’esperienza sicuramente ci ha dato Giorgia Meloni, il miglior presidente del Consiglio dai tempi di De Gasperi». Ma qual è l’obiettivo che Fratelli d’Italia deve porsi ora? Lo ha detto Giubilei: «Sicuramente FdI ha dimostrato di essere molto più omogenea e coesa di AN. Ma ora, una volta raggiunto il 30%, deve seguire una vera svolta conservatrice. Deve riuscire in questa e nella prossima legislatura a realizzare quei progetti e quelle idee che sono care al mondo della destra».
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