“L’idea di veder sfilare questo potente mezzo che dà il prestigio con il gruppo operativo mobile sopra, far sapere ai cittadini chi sta dietro a quel vetro oscurato, come noi sappiamo trattare chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi incalziamo chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato credo sia per il sottoscritto un’intima gioia”. Non è un servizio dell’istituto Luce ma sono le parole del sottosegretario alla giustizia del governo Meloni Andrea Delmastro Delle Vedove. Un uomo che rappresenta le istituzioni ma che nel giro di poco più di due anni è stato già coinvolto in scandali ed episodi raccapriccianti.

Delmastro, dal caso Cospito allo sparo di Capodanno alla sigaretta

Dopo la raccapricciante vicenda dello sparo di Capodanno, del caso Cospito (dove è imputato per rivelazione di segreto d’ufficio) e della sigaretta accesa in carcere nella zona dove non è consentito fumare, l’esponente di Fratelli d’Italia appare quasi eccitato per la nuova auto blindata della polizia penitenziaria che servirà per il trasporto dei detenuti al 41bis e dell’alta sicurezza. Auto presentata lo scorso 13 novembre al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Un esponente delle istituzioni che si crogiola nel vedere braccato, quasi senza fiato, un detenuto. Parole imbarazzanti quelle del numero due di via Arenula (cosa ne pensa il ministro che si professa garantista Carlo Nordio?) che arrivano in un momento storico delicatissimo per i penitenziari italiani dove dall’inizio del 2024 sono stati registrati ben 80 suicidi e dove tra sovraffollamento, mancanza di figure professionali e strutture fatiscenti vivere in cella è una lunga ed estenuante agonia.

La repressione asfissiante che galvanizza Delmastro

Ma questo importa poco alla politica perché la battaglia per tutelare i diritti dei detenuti è impopolare e toglie voti. Quindi meglio essere giustizialisti e amanti della repressione asfissiante. Così basta davvero poco a Delmastro per galvanizzarsi. Basta un’auto blindata dotata di tre telecamere all’interno dell’abitacolo che rimandano le immagini su due monitor oltre alla chiusura della cellula detentiva automatizzata e temporizzata. Presenti anche blocca manette, blocca porte e blocca arma gestibili da consolle, geolocalizzazione continua con la possibilità di trasmettere specifici alert alla centrale operativa, sistemi di videoregistrazione interna ed esterna, un allarme perimetrale e un impianto audio per comunicare con l’esterno del veicolo. Sono, al momento, complessivamente 36 le autovetture acquistate dal Dap: le prime 18, subito operative, a disposizione del Gom (gruppo operativo mobile) e dei Provveditorati regionali per le traduzioni a breve e medio raggio dei detenuti 41-bis e alta sicurezza; le altre 18, senza la cellula detentiva, saranno consegnate entro la fine del 2025 per essere adibite al servizio scorta.

Renzi: “Troppo tardi per la vergogna”

“Il giorno in cui il sottosegretario Del Mastro si vergognerà sarà comunque troppo tardi. Ma intanto che si dimetta. Subito. Sono parole vergognose, orribili, indegne di un uomo che dovrebbe rispettare la Costituzione e lo Stato di diritto” commenta il leader di Italia Viva Matteo Renzi.

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.