È necessaria una piccola donazione di 25 dollari per partecipare alla lotteria “Click with the candidates”, lanciata dallo staff di Kamala Harris e di Tim Walz per far sbocciare nella comunità filodemocratica entusiasmo e partecipazione. Il concorso mette in palio per tutti coloro che si iscriveranno versando la quota minima un incontro con i due candidati democratici. Dappiù, l’occasione è doppia, perché i vincitori potranno decidere di portare con sé un amico o un accompagnatore.

“Tu e un amico potreste incontrare me e il governatore Walz – si legge nella newsletter inviata gli iscritti alla mailing list della Harris – a un evento speciale prima del giorno delle elezioni. Il nostro team pagherà l’hotel e il biglietto aereo e faremo anche una foto per catturare il momento”. Gli obiettivi dell’iniziativa di gamification sono molteplici, perché se da un lato si punta a raccogliere contributi per finanziare la campagna del ticket democratico, dall’altro, non meno importante, c’è la necessità di galvanizzare quella fetta consistente di elettorato meno polarizzato, lontano dalla dinamica liberal contro conservatori, democratici contro ultra-destra, ma al contrario molto più sensibile ad accendere la propria attenzione digitale grazie all’effetto celebrità. Come dire, meglio vantarsi di avere nella propria galleria un bel selfie con la celebrità Kamala, piuttosto che patire in silenzio nella prigione dell’anonimato.

La lotteria elettorale non è però una novità di questa campagna e non è neanche un’esclusiva americana. Anche in Italia, Matteo Salvini, complice il suo ex social media manager Luca Morisi, lanciò in occasione delle elezioni politiche del 2018 e poi in quelle europee del 2019 il concorso #VinciSalvini. In quel caso non serviva una donazione per ricevere una telefonata del Capitano o per vedere la propria foto postata sulla pagina Facebook del leader leghista: per essere tra i vincitori fortunati era sufficiente scatenarsi – e farlo più velocemente di tutti gli altri follower – nella battaglia dei like da mettere sotto ogni post pubblicato. In verità, per non scavare troppo in profondità, entrambe le esperienze, quella americana e quella salviniana, hanno un precedente ancora più datato. Nella primavera del 2001, Antonio Palmieri, all’epoca responsabile della comunicazione di Forza Italia, pensò bene di creare un concorso auto-ironico pubblicando sul sito web di Forza Italia i migliori manifesti taroccati della campagna ufficiale, una sorta di meme ante litteram. Una speciale giuria venne incaricata di premiare gli autori più bravi che incontrarono a cena da Silvio Berlusconi.

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Domenico Giordano è spin doctor per Arcadia, agenzia di comunicazione di cui è anche amministratore. Collabora con diverse testate giornalistiche sempre sui temi della comunicazione politica e delle analisi degli insight dei social e della rete. È socio dell’Associazione Italiana di Comunicazione Politica. Quest'anno ha pubblicato "La Regina della Rete, le origini del successo digitale di Giorgia Meloni (Graus Edizioni 2023).