L'annuncio dell'ex pm
Luca Palamara ci riprova, l’ex Zar delle nomine punta alle elezioni 2023: “Per una giustizia giusta”
Luca Palamara ci riprova. L’ex ‘Zar delle nomine’, già pm di Roma e presidente dell’Anm, oltre a membro del Csm, tenta nuovamente la carta della politica.
Palamara lo ha annunciato oggi in una nota in cui rivela che renderà noto “a breve” le modalità con le quali si candiderà alle prossime elezioni politiche del 2023. Una candidatura che arriva, scrive Palamara, per “rispondere alle numerose istanze di tanti cittadini che quotidianamente nell’occasione delle presentazioni dei miei libri verità mi chiedono di impegnarmi per una giustizia giusta“.
“Mi auguro che in occasione dell’attuale dibattito sulla riforma della giustizia oltre al tema delle porte girevoli si affronti anche il tema dei fuori ruolo e del loro rapporto con la politica nonché delle incompatibilità tra magistrati e giornalisti. Pare invece che su questo l’Anm e il Csm stiano facendo orecchie da mercante – sottolinea Palamara – Se così non fosse si sarebbe già risolta una situazione imbarazzante e incresciosa, come ad esempio il fatto che non è prevista alcuna forma di incompatibilità tra magistrato e giornalista che pur essendo coniugati lavorano nello stesso palazzo di giustizia”.
Palamara aveva già tentato l’avventura in politica alle Suppletive di Roma, ottenendo poco meno del 6% dei voti in elezioni che avevano visto vincere il candidato del Partito Democratico Andrea Casu col 44 per cento dei voti. Preferenze che secondo Palamara erano solo un inizio di un “percorso” e che intendeva dare “una continuità al mio racconto. Voglio rilanciare il mio impegno e, senza coinvolgere gli altri, come cittadino libero decido di candidarmi per dare ancora più forza al mio racconto”.
Quanto alle sue battaglie legali, Palamara attende nei prossimi giorni la decisone della Corte d’Appello di Perugia sulla richiesta di ricusazione avanzata dai difensori di Luca Palamara, gli avvocati Benedetto Marzocchi Buratti e Roberto Rampioni, nei confronti dei giudici del tribunale del capoluogo umbro che lo stanno giudicando per corruzione.
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