Una giornata storica per le cittadine di Roma, ma anche per le donne e gli uomini della regione Lazio. La Casa delle Donne “Lucha y Siesta” è salva: alla terza asta la Regione Lazio si aggiudica l’immobile di via Lucio Sestio 10 a Roma, finito nel concordato preventivo di Atac, e permette così a un’esperienza unica in Europa, nata dall’impegno sul territorio di un nutrito gruppo di attiviste di vivere e continuare a lottare.

L‘annuncio è arrivato in una nota della capogruppo della Lista civica Zingaretti al Consiglio regionale del Lazio, Marta Bonafoni. Il governatore Nicola Zingaretti: “È un patrimonio che andava salvato”. “Un’operazione inedita, figlia della buona politica e di un rapporto virtuoso tra istituzione e attiviste, grazie al quale – dice Bonafoni – è salvo quel patrimonio di sogni, relazioni e opportunità per donne e bambini tessuti con sapienza dalle attiviste di `Lucha´ in 13 anni di lotte, sacrifici e un’incredibile capacità di resistenza che le ha portate fin qui, a festeggiare insieme a noi questa vittoria. Dalle continue minacce di sgombero e distacco delle utenze, alla totale mancanza di visione della giunta capitolina guidata da Virginia Raggi, fino ai paventati tentativi di speculazione immobiliare, che hanno creato un clima di tensione e paura”.

“Siamo state più forti noi – continua Bonafoni -. Dapprima, con una mozione approvata in Consiglio, che nel marzo del 2019 impegnava la Regione ad aprire un tavolo col Comune di Roma per evitare la chiusura e la vendita dell’immobile; poi, pochi mesi dopo, con i 2,4 milioni di euro stanziati per salvare `Lucha´ grazie a un emendamento a mia prima firma, siglato da dieci tra consigliere e consiglieri di maggioranza”.

Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti spiega che a spingere per il salvataggio è stata “la grande esperienza di protagonismo dell’associazione nella lotta alla violenza di genere. Un patrimonio di tutta Roma e della nostra comunità. È ipocrita – continua il presidente – riempirsi la bocca della parola diritti e solidarietà e poi assistere senza fare nulla alla chiusura dei servizi – sottolinea il governatore – è lo stesso spirito che ci ha portato, qualche anno fa, a salvare tutti i centri antiviolenza di Roma e provincia che rischiavano di chiudere”.

Riccardo Annibali

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