La sceneggiata di Catania mette in difficoltà il governo
L’Ue schiaffeggia la Meloni dopo la sceneggiata di Catania: “L’Italia non rispetta le regole”
Ha pagato un prezzo alto Giorgia Meloni per il porto di Marsiglia offerto (forse) da Parigi ai 234 naufraghi dell’Ocean Viking, nave battente bandiera norvegese verso la quale la Francia non ha obblighi di legge, che da venti giorni cercano di toccare terra e per tre giorni hanno atteso invano fuori dal porto di Catania. Ieri sera si è capito che il trasferimento dei naufraghi in Francia non è affatto scontato. La nave ora è al largo di Cagliari e Bruxelles chiede che siano sbarcati immediatamente tutti i naufraghi. A Meloni questa vicenda è costata uno scivolone diplomatico rumoroso con l’Europa.
All’indomani del suo debutto in Ue come nuova presidente del Consiglio italiana, Bruxelles ha liquidato il suo teatro sulla muraglia contro i profughi sciorinandole qualche articolo di legge. L’Europa ha ricordato all’Italia che nel soccorso ai naufraghi il criterio prevalente è territoriale, comprese le acque territoriali, e non quello della bandiera battuta dalle navi. «I cittadini di Paesi terzi presenti sul territorio, incluse le acque territoriali – ha puntualizzato una portavoce della Commissione Ue – possono fare domanda di asilo e, in quel caso, è richiesto agli Stati membri di dare effettivo accesso alle procedure d’asilo. Abbiamo un chiaro quadro giuridico in vigore».
Le richieste di distribuzione avanzate da Palazzo Chigi per gli arrivi sulle coste siciliane vengono considerate maldestre e non proporzionate. I dati Onu, del resto, confermano che l’Italia non rappresenta un’emergenza: 191 mila rifugiati, 53 mila richiedenti asilo. La Germania, ospita 1,5 milioni di rifugiati e riceve 232 mila richieste d’asilo. La posizione teatralizzata di voler farsi muro invalicabile contro i migranti adottata dal governo Meloni, riproposizione dei porti chiusi di Salvini, sta già provocando una reazione simile a quella del 2018 quando al ministero degli Interni comandava il capo della Lega. Alcuni dei 12 paesi (nella lista figuravano anche Germania e Francia) che a giugno scorso avevano firmato un accordo per la distribuzione volontaria dei migranti stanno iniziando a valutare la possibilità di ritirare la loro disponibilità. Potrebbe saltare il risultato del lungo lavoro di Draghi e Lamorgese.
Che la mossa francese avesse dei risvolti è stato chiaro ieri mattina quando alle 8 e 30, parlando alla radio del servizio pubblico France Info, Olivier Veran – portavoce del governo francese – ha detto che la Ocean Viking «si trova attualmente nelle acque territoriali italiane. Ci sono regole europee estremamente chiare, che del resto sono state accettate dagli italiani, che sono di fatto i primi beneficiari del meccanismo di solidarietà finanziaria europeo. Questa nave deve essere accolta in Italia. L’atteggiamento attuale del governo italiano, quanto alle sue dichiarazioni e al rifiuto di fare attraccare la nave, contrario a tutte le regole europee che sono state accolte dall’insieme dei Paesi europei, è inaccettabile. Noi auspichiamo, nel momento in cui la nave è ancora nelle acque territoriali italiane, che l’Italia faccia la sua parte e rispetti i suoi impegni italiani». E quando al portavoce del governo viene chiesto: «quindi quando la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni ringrazia la Francia per avere accolto la nave non dice la verità?», la risposta è dura: «Le dico che la verità è quel che è firmato dagli Stati europei, che impegna anche l’Italia, che riceve fondi per questo, e che rappresenta un meccanismo umanitario di solidarietà europea, peraltro un meccanismo di base del funzionamento dei Ventisette».
Il governo francese chiede alla Ocean Viking di cambiare rotta, di dirigersi non più verso la Francia ma verso l’Italia? «Ripeto: la nave è attualmente ancora nelle acque territoriali italiane. I meccanismi diplomatici sono ancora in azione mentre stiamo parlando. Voglio solo ricordare che questa nave, che chiamiamo “di migranti”, è una nave di esseri umani, che sono stati salvati in mare, alcuni vengono da molto lontano e hanno attraversato molti mari prima del Mediterraneo, ci sono una cinquantina di bambini a bordo di questa nave e in ogni caso non lasceremo che queste persone corrano il minimo rischio». Passano quasi sette ore senza che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni risponda. Poi, durante l’assemblea con i gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia, dirà che il governo italiano «rispetta tutte le convenzioni e non è dipesa dal governo la decisione dell’autorità sanitaria di far sbarcare tutti i migranti presenti sulle navi ong, dichiarandoli fragili sulla base di possibili rischi di problemi psicologici. Scelta, quella dell’autorità sanitaria, che abbiamo trovato bizzarra».
Ancora: «Il divieto imposto a queste navi ong di sostare in acque italiane, oltre il termine necessario ad assicurare le operazioni di soccorso e assistenza dei soggetti fragili, è giustificato e legittimo. A bordo di queste navi non ci sono naufraghi ma migranti: le persone sono salite a bordo in acque internazionali trasbordando da altre unità navali di collegamento e la nave che li ha presi in carico è attrezzata ed equipaggiata per ospitarli e provvedere a tutte le loro esigenze di accoglienza». «Il tema della legalità», ha continuato, «lo consideriamo un tratto distintivo di questo Governo: bisogna tornare a rispettare le regole e questo vale per ogni ambito. È finita la repubblica delle banane in cui si vessano i cittadini e che piace tanto alla sinistra: si può fare tutto, nel rispetto delle leggi e nel rispetto degli italiani che le leggi le rispettano». Meloni ha poi detto che «in queste prime due settimane al governo abbiamo già smentito i pronostici e la narrazione di una sinistra anti-italiana che parlava di “Italia isolata” se fossimo andati al governo Vogliamo che l’Italia sia centrale nello scacchiere internazionale e lavoriamo per questo». La Ocean Viking ieri sera stava arrivando verso la Corsica dove c’è il primo porto sicuro, escludendo quelli dell’Italia, che non ne ha concessi.
Il sindaco di Marsiglia, Benoit Payan, si è detto «pronto ad accogliere la nave umanitaria Ocean Viking nel porto della città, anche se – ha aggiunto – questa decisione sarà del governo di Parigi». Fino alla uscita affannata di ieri pomeriggio, Giorgia Meloni s’era mantenuta lontana dallo sfiorare pubblicamente la crisi siciliana. Pare sia stata lei ad agitarsi per utilizzare il canale francese e per evitare forzature con Bruxelles senza farsi schiacciare dalle necessità di propaganda interna di Salvini. Ha parlato lei con Macron e dopo Piantedosi con il ministro degli interni francese. L’apertura era nata da un breve incontro avvenuto lunedì tra Emmanuel Macron e Giorgia Meloni. Dopo essersi visti la prima volta in un albergo romano, un po’ alla chetichella per esigenze d’immagine del presidente francese, i due si sono parlati di nuovo a margine della Cop 27 di Sharm-El-Sheikh. Macron ha insistito sul dovere dell’Italia di aprire i suoi porti alle navi che trasportano persone soccorse in mare. La Francia aveva già dato disponibilità a farsi carico di una parte dei richiedenti asilo sbarcati in Italia, come già in passato. Una soluzione prevista dal patto di redistribuzione in vigore in Europa, che l’Italia ritiene però assolutamente insufficiente.
Proprio sul destino della Ocean Viking si è creato un incidente parlamentare dopo che un deputato dell’estrema destra ha detto a proposito dei profughi soccorsi a bordo: “Se ne tornino in Africa”. Marine Le Pen ha difeso il suo parlamentare e andrà all’attacco se la nave sarà autorizzata a sbarcare a Marsiglia. È difficile immaginare che la nave sarà respinta dal momento che sta per entrare in acque territoriali. Non è chiaro se la Francia farà appello al patto europeo di redistribuzione, chiedendo la solidarietà a Norvegia e Germania, o se invece accoglierà da sola le 234 persone a bordo che sono, secondo l’Ong, ormai in una “situazione disperata”, dopo oltre venti giorni di navigazione.
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