“Ha tentato sempre di migliorare, l’ho adottato da piccolino. L’ho amato sempre e lui mi voleva un bene dell’anima”. Federico Ruggeri, papà di Luis Fernando Ruggieri, intervistato da tg1 non riesce a trattenere le lacrime per l’assurda morte di suo figlio ucciso a coltellate mentre lavorava al supermercato di Assago. Secondo quanto raccontato dai colleghi Luis non doveva essere alle casse in quel momento, si trovava lì per dare una mano. Poi all’improvviso si è trovato davanti Andrea Tambolini, 46enne milanese, che armato di coltello lo ha colpito. Luis è stato “sfortunato”, ripetono i colleghi del supermercato che oggi è rimasto chiuso “in segno di rispetto per il dipendente Luis Fernando Ruggieri, deceduto a seguito dell’aggressione, per i suoi familiari e per tutti gli altri feriti coinvolti nell’accaduto”, come si legge nella nota di Carrefour, specificando che “tutti gli oggetti taglienti sono stati rimossi da tutti i punti vendita”.

Nella furia Tambolini ha colpito cinque persone tra cui il calciatore del Monza Pablo Mari. L’unico a morire è stato Luis. Non doveva trovarsi alle casse al momento dell’aggressione, in genere lavorava nel reparto delle acque minerali, al riparo dal contatto col pubblico. A volte gli chiedevano di dare una mano alle casse e per questo motivo si trovava lì al momento dell’aggressione. È stato l’unica vittima della furia di Tombolini, entrato al supermercato con l’intenzione di ferirsi con uno dei coltelli venduti tra le corsie e finito con l’aggredire 6 persone perché, secondo quanto ha riferito in interrogatorio, spinto dall’invidia per la felicità degli altri.

Luis era boliviano. Da piccolo era stato adottato da una coppia italiana ed è cresciuto in Lombardia. Secondo quanto riportato dall’Ansa, negli ultimi cinque anni aveva vissuto a Trezzano sul Naviglio assieme alla famiglia di origine e alla propria compagna, dalla quale si è separato nel periodo estivo. Da allora aveva iniziato a vivere a Milano. Sul suo profilo LinkedIn descriveva così il suo arrivo a Carrefour tre anni fa: “Dopo 21 anni e mezzo di lavoro in Esselunga e uno in Auchan Retail Italia la vita mi ha portato a lavorare in un’azienda leader come Carrefour”.

Durante il lockdown aveva sfruttato il tempo libero per rimettersi sui libri e concludere il suo percorso di studi iniziato da ragazzo alla facoltà di Ingegneria informatica per virare su Scienze biologiche. “Per non sprecare il tempo in attesa di un lavoro nel periodo del lockdown – scriveva ai suoi contatti – ho ricominciato a studiare. Per interesse privato, in futuro vedremo”. Il papà di Luis è ora affranto dal dolore e non riesce a darsi una spiegazione a tutta quella follia: “Era mio figlio, un bravo ragazzo, un lavoratore, pugnalato alla schiena da un pazzo. Ha sempre cercato di migliorarsi”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.