Non è stato il giorno più lungo, ma il più breve. Il primo ministro britannico Rishi Sunak non ha partecipato alla commemorazione internazionale dello sbarco in Normandia, e sembra essere impegnato a trovare modi sempre più geniali per irritare la sua base elettorale. E a questo punto la sua discutibile campagna elettorale rischia di arrivare a un punto di non ritorno e di crollare definitivamente. Sunak – chiaramente ferito per quanto accaduto – venerdì a mezzogiorno è stato costretto ad ammettere di aver commesso “un errore” nel disertare un appuntamento così importante come l’80esimo anniversario del D-Day, a cui hanno partecipato Joe Biden e altri leader mondiali al cimitero americano di Omaha Beach.

Il sacrificio estremo

Il primo ministro uscente ha scelto di saltare l’evento per registrare un’intervista televisiva, che comunque non sarà trasmessa prima di questa settimana. “Questi uomini hanno fatto un sacrificio estremo e lei non è riuscito nemmeno a ritagliarsi un pomeriggio? Ken Hay, un veterano del D-Day di 98 anni, ci ha detto che ha deluso il paese. Ha ragione?“, gli ha chiesto un giornalista. Sunak è apparso visibilmente imbarazzato, consapevole del fatto che le possibilità di essere rieletto stiano costantemente diminuendo a causa di una serie di passi falsi inspiegabili. La cosa più bizzarra è che la decisione era stata chiaramente presa diverse settimane fa, mentre ora si prova a far passare la sua assenza come un impedimento obbligato per degli eventi della campagna elettorale nel Regno Unito: verso fine maggio, fa sapere la BBC, le autorità francesi avevano sottolineato come Sunak già non avesse garantito la sua presenza alla cerimonia internazionale per il D-Day.

La chiara mancanza di rispetto

La decisione del primo ministro è stata vista da molti come un tentativo studiato per snobbare Joe Biden, Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Volodymyr Zelensky. Sono due i punti sconcertanti dell’errore di Sunak. Il primo è che si tratta di una chiara mancanza di rispetto verso gli altri leader e verso i sopravvissuti del D-Day. Il secondo riguarda la natura miope della campagna di Sunak. Fin dall’inizio, da quando ha deciso che valeva la pena sfidare il diluvio per annunciare sotto la pioggia le elezioni anticipate, ha mostrato una certa costanza a commettere puntualmente la mossa sbagliata. A trarne maggior beneficio è indubbiamente il leader laburista Sir Keir Starmer che, mostrandosi come uno statista, ha abbracciato il presidente dell’Ucraina nell’occasione.

L’Europa si sposta a destra

Con quattro settimane di campagna elettorale ancora davanti, è difficile immaginare quanto peggio possa andare per Sunak e per i Tory. I sondaggi mostrano non solo che i laburisti stanno prendendo il largo continuando ad avanzare, ma anche che Reform UK – guidato da Nigel Farage – li inizia a tallonare. Il sistema elettorale “first-past-the-post” (maggioritario secco) permette ai Tory di avere la certezza di strappare alcuni seggi sicuri. Ma in termini di voti si prospetta una vittoria schiacciante dei laburisti. Mentre l’Europa si sposta a destra, il Regno Unito sembra svoltare a sinistra. La campagna elettorale dei Tory è stata più volte paragonata alla Commedia degli errori. Il copione è lo stesso. Anche se la commedia ha ancora diversi atti da recitare, il pubblico sembra già conoscere il finale.

Natale Labia

Autore