Funerali vietati per il baby-rapinatore ucciso da un poliziotto
L’ultimo saluto a Luigi Caiafa, fiaccolata e fuochi d’artificio: “Fuori le telecamere, vogliamo giustizia”
“Fuori le telecamere e giustizia per Luigi“. Questo il messaggio degli amici del 17enne ucciso da un poliziotto alle 4.30 di domenica 4 ottobre nel corso di una rapina. L’ultimo saluto a Luigi Caiafa è stato dato la scorsa notte con una fiaccolata partita da piazzetta Forcella e proseguita lungo Corso Umberto e la parte bassa di via Duomo, fino all’ingresso del Porto, zona non molto distante da dove il giovane e il suo complice, Ciro De Tommaso, 18 anni, hanno commesso la rapina (con una pistola a salve priva di tappo rosso) finita poi in tragedia.
Circa un centinaio gli amici di Luigi che hanno sfilato per le strade del centro di Napoli ricordandolo e chiedendo giustizia. Su uno striscione c’era la scritta “fuori le telecamere” nel tentativo di chiarire meglio la dinamica della rapina mortale. Sono stati fatti volare in cielo palloncini bianchi e azzurri e all’ingresso del Porto una batteria di fuochi ha salutato Luigi i cui funerali, celebratisi i forma privata questa mattina, sono stati vietati dal questore Alessandro Giuliano sia per motivi di ordine pubblico che per i presunti legami che il 17enne (arrestato per droga in passato, stava seguendo i corsi inseriti nel piano di reinserimento sociale stabilito dai giudici che gli avevano concesso la messa alla prova) e la sua famiglia (il padre è agli arresti domiciliare sempre per droga) avrebbero con la criminalità organizzata.
L’autopsia effettuata nella giornata di ieri, mercoledì 7 ottobre, ha appurato come Luigi Caiafa sia stato ucciso da due colpi di pistola. Un proiettile lo avrebbe colpito allo zigomo, fuoriuscendo dal collo, un altro, quello probabilmente mortale, lo ha raggiunto alle spalle fuoriuscendo dall’addome. Saranno gli accertamenti balistici a chiarire meglio la dinamica.
Nei giorni scorsi la Procura di Napoli ha dato l’ok a pubblicare le immagini relative alla rapina lanciando poi un appello: “Si invita chiunque sia in grado di rendere informazioni utili a contattare il più vicino ufficio di Polizia” si legge nella nota diffusa dalla Questura di Napoli.
Nelle immagini si vedono i due baby rapinatori affiancare con lo scooter, risultato poi rubato nelle scorse settimane, la Mercedes Classe A e minacciare gli occupanti con una pistola (che poi risulterà essere a salve) per farsi consegnare soldi e altri oggetti di valore. Sono le 4.26 di domenica mattina e in quel frangente arriva un’auto civetta della polizia. A bordo ci sono tre Falchi della Squadra Mobile. Uno resta alla guida, gli altri due scendono.
Il primo poliziotto, così come si vede nelle immagini, si protegge dietro la vettura dopo essersi visto puntare la pistola contro. Non spara perché dal video non emerge la fiammata del colpo d’arma da fuoco. A sparare è l’altro collega che si ritrova anche lui la pistola puntata contro mentre i due baby-rapinatori cercano di guadagnare la fuga. I due agenti – secondo quanto appreso dal Riformista – hanno sentito più volte Caiafa, alla guida dello scooter rubato, intimare a De Tommaso di sparare contro il “guardio”. Sono frazioni di secondi che hanno portato l’agente, ora indagato per eccesso colposo di legittima difesa (un atto dovuto in attesa dell’autopsia), a premere il grilletto e sparare. Caiafa e De Tommaso erano vicinissimi e i proiettili, due quelli accertati, hanno centrato il 17enne.
LA REFURTIVA – Dall’indagine è emerso che, oltre alla pistola a salve, priva del tappo rosso di riconoscimento, i due avevano anche a disposizione un coltello, trovato in possesso del figlio di “Genny a’ carogna”, lungo 18 centimetri, con una lama da 7 centimetri. I due, dietro la minaccia della pistola, si erano appena impossessati di 100 euro, di tre Iphone e anche di un borsello, appartenente a un quarto giovane, in quel momento non presente, contenente i suoi effetti personali e le chiavi di una costosa Porsche Cayenne. Gli inquirenti della Procura contestano a De Tommaso anche la rapina aggravata e la ricettazione dello scooter. Nelle dichiarazioni spontanee rese davanti al Gip di Napoli, De Tommaso ha ammesso la rapina ma ha riferito di non aver mai puntato la pistola “scenica” contro gli agenti.
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