Il veliero a largo con all’orizzonte il temporale in arrivo. E’ l’ultima immagine della barca a vela di 57 metri chiamata Bayesian, affondata tra le 4 e le 5 del mattino di lunedì 19 agosto a Porticello, a largo di Santa Flavia (Palermo). Un breve video postato sui social mostra l’imbarcazione, che aveva a bordo 12 passeggeri e 10 membri dell’equipaggio), a circa 200 metri dalla costa mentre in lontananza lampi e tuoni preparavano la tempesta e la tromba d’aria che ha devastato l’imbarcazione, dotata di un albero maestro alto 75 metri e realizzato in alluminio, provocando il naufragio.

Naufragio Bayesian, le difficoltà nelle ricerche dei dispersi

Quindici le persone sopravvissute, una vittima accertata (il cuoco di origini canadesi Ricardo Tomas) e sei i dispersi, tra cui il proprietario della barca a vela battente bandiera inglese, Mike Lynch, conosciuto come il ‘Bill Gates britannico’, e il presidente della Morgan Stanley International Jonathan Bloomer.

Le ricerche sono ripartire dalle 8 di martedì 20 agosto ma dopo alcune ore non è arrivato alcun esito. A lavoro i sommozzatori speleo dei vigili del fuoco (giunti da Cagliari, Sassari e Roma) che stanno incontrando non poche difficoltà ad ispezionare la barca a vela affondata a 50 metri di profondità. Ieri sera era terminata con esito negativo la prima ispezione dei sommozzatori nel relitto: l’accesso è stato limitato al ponte di comando, con difficoltà per la presenza di suppellettili che ostacolavano il passaggio.

Bayesian a 50 metri di pronfondità

Marco Tilotta, uno dei sommozzatori in azione, spiega che oggi “il nostro obiettivo è la penetrazione dell’imbarcazione, per nulla semplice a causa della profondità e dei materiali che sono all’interno e che ostacolano il nostro accesso. Una volta individuato il varco migliore e bonificato, si inizia l’ispezione interna: una fase molto difficoltosa e molto complessa”. Tilotta ha spiegato che il Bayesian, adagiato su un fianco, appare integro e senza squarci. “Abbiamo appena terminato la prima immersione, adesso faremo un briefing e proseguiremo per tutta la giornata. Abbiamo controllato lo scafo dall’esterno, la visibilità è buona, adesso il nostro obiettivo è penetrare all’interno dell’imbarcazione” ha aggiunto.

Bayesian è “Concordia in piccolo”: 12 minuti di autonomia per i sommozzatori 

Un naufragio che ricorda quello di un “Concordia in piccolo, dove è difficile avanzare a causa di ostacoli e spazi molto ridotti” spigano i vigili del fuoco. Al omento è previsto l’intervento di due sub per volta che possono restare immersi per un massimo di 12 minuti di cui quattro servono solo per il viaggio, ovvero per raggiungere i 50 metri di profondità dove è affondato il veliero e per poi risalire, altri otto invece per ispezionarlo. Una autonomia dunque limitata. Si stanno pianificando le operazioni per l’apertura sul relitto di accessi più agevoli per la penetrazione all’interno, mentre si procede con difficoltà all’accesso verso le cabine dove è plausibile ipotizzare, vista l’ora del naufragio, la presenza dei dispersi. Presenza che al momento è difficile verificare attraverso gli oblò.

È impossibile verificare la loro presenza all’interno attraverso gli oblò. Continuano parallelamente le ricerche in superficie nell’area del naufragio anche con elicottero e imbarcazione dei vigili del fuoco.

Redazione

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