Il Movimento 5 Stelle si attesta poco sopra il 15% a livello nazionale. Ma il risultato che ha ottenuto in Campania è al di sopra della media con il 40% ottenuto a Napoli. Sotto i riflettori la sfida nel collegio di Fuorigrotta che porta a una clamorosa sconfitta di Luigi Di Maio battuto dal suo ex collega di partito Sergio Costa. Sconfitto anche l’ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris.
Ma la Campania batte anche il record dell’astensione: sul sito del ministero dell’Interno, i votanti si fermano al 53,27% contro il 68,18 per cento del 2018. Mentre a Napoli il crollo è di ben quindici punti: ha votato il 50,78% contro il 65,34% del 2018. La Campania è terz’ultima per votanti, davanti solo a Calabria e Sardegna.
Nella circoscrizione Campania 1, che comprende la città di Napoli, il primo partito è il Movimento 5 Stelle che supera il 41 per cento, davanti alla coalizione di centrodestra al 26,9 ed a quella di centro sinistra, al 21,6. Secondo partito è il Pd con il 14,4, poi Fratelli d’Italia al 13,8. Poi Forza Italia al 9,3, Azione e Italia Viva al 5,5. La Lega di Salvini è sotto il 3, Unione Popolare di de Magistris al 2,7. In Campania 2, che comprende Avellino, Benevento, Caserta e Salerno, primato di partito sempre al Movimento 5 Stelle ma si afferma il centrodestra aggregato con il 38,2 davanti al partito di Conte, al 27,7, terzo il centro sinistra col 22,2. Stessa situazione al Senato. A Napoli si afferma il Movimento 5 Stelle, nella circoscrizione che raggruppa le altre province la colazione di centro destra ma è sempre il Movimento il primo partito.
È definitivo il risultato del collegio uninominale Campania 1-02 alla Camera (Napoli-Fuorigrotta). Eletto Sergio Costa, candidato del Movimento 5 Stelle, con il 39,72% dei voti. L’ex ministro dell’Ambiente nei Governi Conte 1 e 2 esce vincitore in un collegio nel quale a sfidarlo c’erano ben due ministri del Governo Draghi uscente. Uno di questi è Luigi Di Maio, leader di Impegno Civico, candidato della coalizione di centrosinistra, che si ferma al 24,41%. La sconfitta nel collegio uninominale di Napoli Fuorigrotta e il mancato raggiungimento del 3% per Impegno Civico (Di Maio era candidato capolista di Impegno Civico nei plurinominali Campania 1-01 e 1-02) determina il mancato ingresso di Di Maio nel nuovo Parlamento dopo due mandati consecutivi proprio con il Movimento 5 Stelle, del quale è stato capo politico. La candidata del centrodestra Mariarosaria Rossi, ex Forza Italia oggi esponente di Noi Moderati, si ferma al 22,52%, mentre Mara Carfagna, ministro per il Sud e la Coesione territoriale nel Governo Draghi, da poco fuoriuscita da Forza Italia per passare ad Azione, ottiene il 7,10%.
In Campania c’erano diversi collegi considerati contendibili. Tutti sono andati a candidati del Movimento 5 Stelle. Al Senato, Napoli U04, che comprende quasi tutto il capoluogo, vince Ada Lopreiato del Movimento 5 Stelle col 40,2. Sconfitti Valeria Valente, uscente, del Pd, al 25,4 e il capo dell’opposizione di centrodestra in Consiglio regionale, Stefano Caldoro, al 22,3. Clamorosa la bocciatura di Luigi Di Maio, finito secondo nel suo collegio, dove si afferma nettamente l’ex ministro dell’Ambiente, Sergio Costa (M5S), oltre il 40 per cento mentre Di Maio supera di poco il 24 per cento. Quarta Mara Carfagna al 6,7, nettamente superata anche da Maria Rosaria Rossi, del centro destra, che supera il 22. Va sempre ai 5 Stelle un altro collegio incerto, quello di Napoli San Carlo. Netta vittoria di Dario Carotenuto, al 45,5. Supera Ferrandelli (Pd), al 23,9 e Pecoraro (centrodestra) al 20,2. Qui c’era in lizza l’ex sindaco Luigi de Magistris, fermatosi al 3,5. A Giugliano la spunta Antonio Caso, al 42,6, in quota M5S.
A Torre del Greco vince l’attore Gaetano Amato, 5 Stelle, al 34,3 che supera di un’incollatura Annarita Patriarca, consigliera regionale di Forza Italia ferma al 34. Non ce la fa a essere rieletto il giornalista Sandro Ruotolo che ottiene il 21,8. Non rieletto nemmeno Paolo Siani, fratello di Giancarlo, il giornalista ucciso dalla camorra che nel suo collegio di Acerra si ferma al 23,6. Va male a Casoria per l’ex ministro Vincenzo Spadafora, ora con Impegno Civico di Di Maio, che si ferma al 19. Si impone Pasqualino Penza, del Movimento 5 Stelle, al 47,5. Bocciato il vice presidente della giunta regionale, Fulvio Bonavitacola, molto vicino al governatore Vincenzo De Luca, secondo nel collegio di Salerno, non eletto il fratello del sindaco pescatore, Angelo Vassallo, si afferma invece Gianfranco Rotondi.
A livello nazionale Unione Popolare si ferma all’1,3% e non raggiunge la soglia di sbarramento del 3%. “Voglio ringraziare le candidate e i candidati, le militanti e i militanti, chi ci ha sostenuto e le persone che ci hanno votato – ha detto Luigi de Magistris – In meno di due mesi abbiamo costruito un luogo politico autentico, raccolto le firme con candidature in tutta Italia, stilato un ottimo programma, fatto una campagna elettorale straordinaria sui social e negli spazi mediatici che ci hanno dato, sempre tra la gente nei limiti di pochissimi giorni che abbiamo avuto. Il tutto senza soldi, solo con la nostra passione e il nostro entusiasmo. Il tempo è stato poco, in piena estate, e far conoscere un simbolo neonato non era facile. Pensavamo di poter ottenere un risultato diverso, ma siamo stati schiacciati, in un tempo davvero tiranno, tra voto utile e astensionismo. Siamo però convinti della necessità del nostro progetto e della forza e coerenza delle nostre idee e delle nostre azioni. In Italia manca una forza credibile e vera di sinistra, pacifista, ambientalista, per i diritti civili, che operi con rigore l’attuazione della Costituzione antifascista. Tutti ci chiedono di non mollare. Dobbiamo adesso realizzare quello che dovevamo fare se non ci fosse stato lo scioglimento anticipato del Parlamento: diffondere il nuovo soggetto politico e coinvolgere la gente, radicarci sul territorio, consolidare i nostri forti legami internazionali, organizzare l’azione politica. Unione Popolare riprende subito il cammino con militanti, cittadine e cittadini, collettività che vorranno con noi costruire un luogo e una soggettività politica al servizio del Paese. Non saremo ancora nelle istituzioni ma con il popolo nelle piazze, nei territori, nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università, per garantire l’opposizione sociale alle destre che governeranno il nostro Paese. Unione Popolare lavorerà senza sosta per farsi trovare pronta quanto prima per essere l’alternativa etica, culturale, sociale, economica e politica nelle istituzioni”.